In un giorno d’estate del 2013, mentre Leila Strickland sedeva rapita davanti al suo laptop e guardava sullo schermo Mark Post svelare il primo hamburger coltivato in laboratorio, la sua mente vagava verso un’altra potenziale applicazione della coltura cellulare: il latte materno umano.
Strickland aveva trovato molte difficoltà nell’allattamento dei suoi figli ed iniziò quindi a pensare a come utilizzare un processo come quello di Post per coltivare non carne artificiale ma le cellule che producono latte materno.
Leila e suo marito hanno messo assieme 5000 dollari di risparmi per acquistare su eBay una cappa per colture di tessuti, un microscopio, un’incubatrice e una centrifuga, lottando per anni per non abbandonare l’idea, ma nel maggio 2020, Biomilq la società da lei fondata, ha ottenuto 3,5 milioni di dollari da un gruppo di investitori guidati da Bill Gates.
Biomilq è ora in gara con concorrenti globali per scuotere il mondo della nutrizione infantile in un’industria da 42 miliardi di dollari.
Qualcuno potrebbe pensare che è contro natura ma io penso invece che di donne come Leila Strickland dovremmo avere tanto rispetto e immensa stima.
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