Oggi ci troviamo con dei ragazzi che usano dispositivi totalmente diversi e si relazionano in modi totalmente diversi rispetto a ciò che facevamo noi alla loro età.
Come fare?
Partiamo da una domanda: cosa cercano le nuove generazioni oggi?
Di seguito, prima del video, la sbobinatura di quello che dirò nel video stesso, in modo che possiate leggere i sottotitoli oppure, se preferite, seguire direttamente dal post quello che dico nel video. Ci saranno delle imprecisioni “linguistiche”, ma se qualcuno riesce a fare dei video di 5 minuti senza copione, errori e tagli… beh mi dica come si fa :)
Se vi occupate di marketing e comunicazione per esempio, come fate a vendere alla generazione z?
Come fate a vendere a quella generazione che di fatto nessuno di noi è in grado di interpretare, di conoscere? Come fate ad arrivare, con quali messaggi potete arrivare ad una generazione che facciamo davvero fatica a capire?
Per rispondere a queste domande dobbiamo prima capire come sono fatti e soprattutto che cosa vogliono, come sono percepiti da noi? Sono percepiti come alieni, ipertecnologici, attenzione, alieni, i giovani sono sempre stati percepiti dalle generazioni precedenti, ma oggi sono alieni ipertecnologici, cioè non solo non sappiamo chi sono, ma non sappiamo cosa fanno, perché usano degli strumenti che sono distanti anni luce da quelli che abbiamo usato noi alla loro età.
Ipertecnologici, iperconnessi, forse sedentari certo, videogiocatori, cosa che noi non siamo in grado di comprendere ma che cosa vogliono? Cosa vogliono dai messaggi dei brand, delle aziende, dei grandi marchi, sapete cosa vogliono?
Vogliono una cosa sola: fiducia.
Vogliono che il brand trasmetta fiducia, che il media trasmetta fiducia, che il personal branding trasmetta fiducia, non vogliono altro. Da studi di cui vi metterò la fonte qua sotto, da studi recenti risulta che la cosa più importante per i ragazzi giovani oggi è l’individuazione della fiducia.
Se hanno fiducia in qualcosa, è in quella direzione che andranno a comprare. Voi direte “è sempre stato così”. Probabilmente si, è sempre stato così, ma oggi molto di più per un motivo molto semplice: sono più svegli, sono più sgamati, hanno più fonti, parlando tra di loro molto più velocemente, sono in grado di individuare e beccare una qualunque cazzata, una qualunque bugia o una qualunque falsificazione, un qualunque gonfiare un’informazione e renderla quello che è, cioè una bugia.
Quindi nella nostra comunicazione noi dobbiamo far passare fiducia, e come facciamo?
L’unico modo che abbiamo per far passare fiducia è generare contenuto, costante, in cui diamo informazioni utili a queste persone.
E la seconda cosa che dobbiamo fare, perché se questo vale anche per gli adulti, la seconda cosa che dobbiamo fare, soprattutto in riferimento alle nuove generazioni, le generazioni z, è quella di ammettere che non ci campiamo nulla.
Abbandonare i pregiudizi, essere consapevoli del fatto che non li conosciamo e non capiamo il loro mondo e non capiamo come comunicano, quindi da lì cominciare a percepirli in maniera diversa e a comunicare che noi in qualche modo possiamo essere degni di fiducia per poter vendere loro dei prodotti o avvicinarci a loro attraverso appunto la comunicazione, di vendere dei prodotti.
Ma mi raccomando, non spot. Se vi svegliate alla mattina e fate uno spot, avete perso. Quello che dovete passare non è uno spot, informazioni utili.
Rock & roll.
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Sono un docente, divulgatore, scrittore e TEDx speaker: insegno a persone ed aziende a non avere paura del digitale e a viverlo come un’opportunità, sia personale che di business.
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