Oggi quasi 1,25 milioni di individui all’anno sono vittime di incidenti automobilistici (due volte il numero di quelle morte in guerra, a causa di un crimine o di un’azione terroristica messe insieme).
Oltre il 90% di questi incidenti sono addebitabili a errori umani: uno guida in stato di ebbrezza, un altro scrive un SMS mentre è al volante, qualcuno si addormenta per la stanchezza, e c’è chi ha la testa altrove invece di fare attenzione alla strada.
La National Highway Traffic Safety Administration statunitense ha stimato nel 2012 che il 31% degli incidenti mortali negli Stati Uniti era dovuto all’abuso di alcool, il 30% a un eccesso di velocità e il 21% a guidatori distratti. I veicoli a guida autonoma non faranno mai questo genere di errori. Sebbene anch’essi possano avere qualche limite o riscontrare un problema specifico, e benché alcuni incidenti siano inevitabili, ci si attende che la sostituzione di tutti i guidatori con i computer riduca i morti e i feriti sulle strade di circa il 90%.
In altre parole, con la conversione ai veicoli a guida autonoma è probabile che si possano salvare un milione di vite umane ogni anno.
La storia non fa sconti. Se il futuro dell’umanità viene deciso in vostra assenza perché pensate che “non vi riguardi” ne subirete comunque le conseguenze.
(Homo Deus, Harari)
La consapevolezza unita al sapere e all’assenza di paura è il mantra che dobbiamo inseguire.