Voglio raccontarvi brevemente una storia che ha dell’incredibile, una storia che è l’esempio perfetto di un insieme di errori sia umani che comunicativi a mio modo di vedere, senza precedenti.
Nello zoo danese di Copenaghen la giraffa Marius, 18 mesi di vita ed in perfetta salute, è stata uccisa con un colpo alla testa per impedirne la riproduzione.
Folle, direte voi. Si, ma non è finita qui.
La giraffa è stata poi privata del collo, gettata a terra ed è stata eseguita una completa autopsia davanti ad una folla di bambini, curiosi per loro stessa natura. Vi risparmio le foto della vicenda che potete trovare in Rete, io francamente non mi sento di sottoporvi alla cosa.
Infine, per terminare un percorso terribilmente brutale, le carni dell’animale sono state date in pasto ai leoni. Lo so, una cosa che sarebbe naturale ma solo se avvenisse nella savana.
Ora, i punti salienti della cosa sono questi: avete preso una giraffa dal suo ambienta naturale, una giraffa sana che sarebbe stata stramaledettamnente bene nel suo ambiente naturale, e l’avete messa in uno zoo. Non contenti l’avete uccisa.
Dopo averla uccisa, avete mostrato le sue viscere ai bambini, ai bambini e alle macchine fotografiche, senza pensare al messaggio che stavate passando, ovvero che l’uomo può fare quello che vuole alle altre creature perchè è superiore e “divino” nei loro confronti.
Infine avete fatto pasteggiare altri animali vostri prigionieri, con il cadavere di un animale che voi avete deciso dovesse morire.
Oggi questa notizia è su tutti i giornali del mondo. La cosa agghiacciante è la totale assenza di responsabilità e di morale delle persone che hanno perpetrato questo abominio.
Uomini senza moralità hanno permesso che dei bambini vedessero il violento trattamento immotivato, perpetrato su un animale innocente, uomini senza moralità non hanno capito che la comunicazione, qualunque essa sia ed in questo caso la comunicazione visiva, diretta, necessita di responsabilità.
Chi comunica è responsabile di quello che suscita nel prossimo: vaglielo spiegare, adesso, a quei bambini.