Stavo leggendo ora i commenti ad un post Facebook di Ivano Di Biasi in cui è stato taggato il mio socio in cui parla di un fenomeno curioso che io sottolineo da tempo.
Dice che ci sono due tipi di “autopromozione” o personal branding e che sono i seguenti:
1. Quelli che fanno vedere cosa sanno fare o esprimono le proprie opinioni.
2. Quelli che provano a distinguersi con oggetti identificativi. Che ne so, dall’abbigliamento, un colore sempre presente nella comunicazione, uno stile grafico dei post ecc…
Io da tempo dico che il primo è personal branding, il secondo è culto della personalità (ne ho scritto un post). In pratica, chi fa personal branding si riferisce a una comunità, guarda fuori, non guarda dentro: quando il nostro ego diventa l’unico protagonista di ogni nostra forma comunicativa allora qualcosa non quadra e quello che si sta facendo non è personal branding ma culto della personalità.
Penso da tempo che la ricerca a tutti i costi di un segno distintivo sia un tratto imbarazzante del professionismo digitale/comunicativo italiano: visto che la riconoscibilità è importante (e lo sappiamo tutti) la raggiungiamo con qualcosa che ci distingua PER FORZA generando situazioni grottesche. Ma… dice il mio socio Skande: “se sei Seth Godin, e ti distingui per i POTENTI contenuti, fai un’ottima promozione di te stesso. Poi il buon Seth si mette la cravatta viola come segno distintivo, aiuta a farsi ricordare e instaura famigliarità. La cravatta viola (come i post provocatori su FB) serve a poco se non hai anche il contenuto.”
La cosa DAVVERO interessante è che si è sviluppata una discussione sotto al post che prende spesso di mezzo chi comunica di mestiere, come se chi comunica di mestiere fosse l’ultimo dei pirla, il comunicare NON fosse una skill e che soprattutto chi comunica bene è un millantatore.
Comunicare è una competenza RICERCATISSIMA che ovviamente va alimentata dal sapere quello di cui si parla. Ma è una dannatissima skill! Come fare SEO, fare adWords, correre i 100 metri, cucinare i migliori burrito solo che tutte queste cose senza comunicazione sono zoppe, come è zoppa la comunicazione senza contenuti.
Quindi penso che sia arrivato il momento di smettere di pensare che chi comunica in modo efficace sia uno che non ha qualità, perché il comunicare in modo efficace è una qualità et anche molto molto molto ricercata.