Gli adolescenti di oggi sono ansiosi per il futuro e disillusi dai leader e dal domani.
Essere adolescente non è mai stata una roba facile, nonostante i nostri ricordi siano sempre idilliaci, l’adolescenza è un momento difficile e lo è sempre stato, ma la generazione attuale di giovani si auto-percepisce in modo particolarmente inquieto o almeno questo è quanto emerge da un sondaggio pubblicato in settimana dal NYT: ansiosi per il proprio presente, scettici sulla direzione intrapresa dal loro Paese e poco ottimisti sul futuro.
A quanto pare solo un terzo dei giovani intervistati, con età compresa tra i 12 e i 17 anni, ritiene che le circostanze attuali siano positive per loro stessi e la cosa che a me fa più effetto è che meno della metà prevede di avere un futuro migliore rispetto ai propri genitori, un sentimento di pessimismo che sembra essere un tratto comune tra gli adolescenti di molte nazioni sviluppate, come indicano ulteriori studi.
Credo sia questo il punto vero, la mancanza di speranza.
Abbiamo avuto epoche storiche in cui siamo stati molto peggio di oggi, questo è innegabile, ma c’è sempre stata la speranza di un futuro migliore, i genitori hanno sempre avuto la certezza che i figli sarebbero stati meglio di loro e i figli hanno sempre percepito questa condizione come chiara. Si lavorava sodo oggi per qualcosa di concreto domani. Oggi non è più così.
D’altronde per i giovani negli USA le opzioni a disposizione per tutta la vita sono state quelle di votare due quasi ottantenni, cosa che per sua stessa natura non mette in testa molta speranza per il domani.
La speranza è come il sale, non nutre, ma dà sapore al pane diceva il grande Saramago e io penso che le nostre società abbiano perso di vista una cosa molto importante, ovvero il futuro: un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista alle prossime generazioni ma noi, di quelle, ci siamo dimenticati.