Ieri sono andato a mangiare il pesce al mare. Consapevole del fatto che con il sole ci sarebbe stato pieno ovunque, sabato abbiamo chiamato e prenotato. Ore 13.15, per 4.

Arrivati puntuali al ristorante, pieno all’inverosimile e con la coda alla cassa (buon per loro) abbiamo detto il nome e il gestore ci ha detto “appena si libera un tavolo è vostro”.
Come, penso io, appena si libera un tavolo. Abbiamo prenotato proprio per non dover attendere si liberasse un tavolo. In ogni caso ci mettiamo di lato ad attendere ma di tavoli non se ne liberano, tranne uno immediatamente occupato da un’altra famiglia che era in attesa.

Allora vado dal tipo e gli dico:

– Scusa ma, cos’abbiamo prenotato a fare?
– Eh, sì. Ma quando avete chiamato? Alle 13?
– No, ieri.
– Ah, ieri… ma io non posso mica tenere fermo un tavolo mentre aspetto voi.
– Vero, hai ragione. Ma DIMMELO al telefono. Non accettiamo prenotazioni.

Si è scusato, noi ce ne siamo andati e dopo un’ora di peregrinare abbiamo trovato un altro posto che, grazie al cambio tra primo e secondo turno e prima che chiudesse la cucina, ci ha dato da mangiare. E pure bene.

Morale: cosa vuol dire professionalità?
La professionalità non è fare bene il proprio lavoro ma è curare OGNI aspetto del proprio lavoro. Essere professionisti significa una sfera, una bolla di servizi che ti rendono più o meno “credibile” di altri.
Certo, se hai un ristorante devi sapere far da mangiare, senza dubbio. Ma non è tutto. Devi curare l’igiene del posto, i prezzi devono essere allineati con i prodotti, devi essere puntuale, cordiale e, soprattutto, mantenere quello che dici.
Se manca una di queste variabili non sei un professionista ma sei uno scappato di casa che tenta di lavorare con il pubblico e questo vale per OGNI settore.