Sempre più spesso mi sento fare questa domanda: “ma c’è davvero qualcuno disposto a credere a quello pseudo professionista?”. Online ormai siamo abituati a tutto, nel senso che esistono persone, prodotti e servizi adatti ad un bacino di utenza che non possiamo nemmeno immaginare che esista. Ma il punto è questo: esiste eccome.
Prima di tutto dobbiamo sempre tenere a mente che quello che è uno pseudo professionista per noi potrebbe essere un guru per altri: io sono stato indicato centinaia di volte in vita mia come genio, stupido, professionista, improvvisato, guru e chi più ne ha più ne metta, minando seriamente l’immagine che ho di me stesso, portando a farmi un sacco di domande.
Il fatto è che ci circondiamo di persone simili a noi e di conseguenza vediamo nel “diverso” qualcosa di incredibile, letteralmente. Ma se ci pensiamo bene tutto il mondo è governato dal credere in qualcosa, dalla fiducia, e questo credere determina il successo di una qualunque forma intellettuale.
Le forme di Credo con la C maiuscola che ho individuato sono sostanzialmente 4.
Religione
A prescindere da come la pensiate, la religione è IL Credo per eccellenza. Ci sono individui disposti a credere che Cristo abbia camminato sulle acque, abbia fatto i miracoli e sia pure risorto. Il punto è che è appunto un “credo” e non un sapere, e quando un credo supera certe dimensioni diventa, appunto, una religione.
Le religioni sono senza dubbio i più grandi fenomeni di massa che hanno spostato la storia da una parte all’altra, quindi il credo ha un notevole peso, a prescindere di dove si collochi.
Stato
Lo Stato è la seconda forma di Credo per eccellenza. Pensateci: quante guerre sono state fatte basando il tutto solo sulla supremazia nazionale? Il nazionalismo è il frutto malato del patriottismo e si genera pensando -credendo- di essere superiori agli altri.
Ovviamente è congetturale, non vi è nulla di provato e comprovabile (come nella religione, da un certo punto di vista) ma in moltissime persone credono. Se la religione è una questione puramente morale, il credo in uno Stato non si discosta poi molto. Un Credo laico, ma sempre credo è.
Setta
Ecco, qua scendiamo un pochino. Quando un gruppo di persone credono in qualcosa che non ha raggiunto una massa critica tale da diventare uno stato o una religione, si dice che appartengono ad una setta.
Questo credo in qualcosa di settoriale -appunto- è una forma embrionale dei due passaggi che abbiamo visto prima. La religione cristiana era considerata una setta, alla sua nascita, così come ogni altra forma di agglomerato umano che basa le proprie regole su di una condotta e moralità diversa da quelle pubblicamente accettate.
Business
E qua veniamo alla parte che ci interessa di più, il fare soldi. Che noi si venda un servizio o un prodotto troveremo sempre qualcuno disposto a credere che i suddetti siano il meglio che si trova sul mercato, e quello, proprio quello, sarà il nostro business.
Se il nostro business è piccolo allora stiamo parlando di una nicchia, se cresce sarà un business di massa che ci permetterà di campare alla grande e se crescerà ancora… beh prenderà la forma di una setta, da molti punti di vista. O addirittura di una religione.
Non ci credete o pensate sia eccessivo? Quando Harari in Homo Deus parla di religione dei dati o “datismo” lo fa in questi termini:
Quando il sistema globale di elaborazione dati diventerà onnisciente e onnipotente, allora la connessione al sistema diventerà la fonte di ogni significato. Gli umani vogliono fondersi in un flusso di dati, perché quando siete parte del flusso di dati siete parte di qualcosa di molto più grande di voi stessi. Le religioni tradizionali vi assicuravano che ogni vostra parola e ogni vostra azione era parte di un qualche grandioso piano cosmico, e che Dio vegliava su di voi ogni minuto e si preoccupava di ogni vostro pensiero e sentimento. La religione dei dati ora dice che ogni parola e ogni azione è parte del grandioso flusso dei dati, che gli algoritmi vi stanno guardando costantemente e che essi si preoccupano di qualsiasi cosa facciate e di qualsiasi sentimento proviate. Alla maggior parte delle persone questo piace parecchio. Per i veri credenti, essere disconnessi dal flusso dei dati comporta il rischio di perdere il vero significato della vita.
Tutto questo per dire cosa, vi starete chiedendo. Per dire che esiste sempre qualcuno disposto ad ascoltarti, a crederti e a comprare i tuoi prodotti ma il punto non è il fatto che esista -questo è assodato, ormai- ma il fatto che abbiamo una responsabilità ENORME nella comunicazione e nel marketing e nella vendita, specie ora che possiamo arrivare a migliaia di persone con i social.
Partendo dall’assioma che siamo CERTI che qualcuno ci crederà dobbiamo partire anche dall’assioma di essere trasparenti e di vendere qualcosa che funziona. Dobbiamo essere noi tutti ad accendere una nuova “era morale” in cui essere certi di non fregare nessuno e vendere cose che possano soddisfare davvero i bisogni, “far tornare di moda le brave persone” dicevo nel mio Tedx, senza pensare che l’unico fine sia quello di fare i soldi perché, abbiamo visto, farlo è relativamente facile.
Abbiamo una bella responsabilità, tutti noi: per la prima volta nella storia abbiamo in mano tutto: la comunicazione, la morale, le regole, il domani.
Quando vi porrete la domanda “ma c’è davvero qualcuno disposto a credere a quello pseudo professionista?” rispondetevi si ma sappiate che la domanda corretta dovrebbe essere “cosa sto vendendo IO alle persone che mi credono?”.
[mc4wp_form id=”19714″] Oppure seguimi sul canale Telegram da qui: se lo preferisci alla newsletter :)
Sono un docente, divulgatore, scrittore e TEDx speaker: insegno a persone ed aziende a non avere paura del digitale e a viverlo come un’opportunità, sia personale che di business.
Ho scritto 3 libri su tecnologia e digital: Web 3.0, Digital Carisma e Condivide et Impera.
Per sapere chi è Rudy Bandiera, informazioni e contatti vai alla pagina info
—
Le 7 regole per vivere online | TEDxBologna | Rudy Bandiera