I big della tecnologia di tutto il mondo pagano le tasse in Italia?
È una domanda che ogni tanto balza all’orecchio nelle discussioni mediatiche ed è una questione molto complessa perché al di là del fattore tasse, abbiamo a che fare con grosse aziende che portano tanto lavoro in Italia.
Ci troviamo un po’ tra l’incudine e il martello:
con questo post vi propongo una via d’uscita.
Di seguito, prima del video, la sbobinatura di quello che dirò nel video stesso, in modo che possiate leggere i sottotitoli oppure, se preferite, seguire direttamente dal post quello che dico nel video. Ci saranno delle imprecisioni “linguistiche”, ma se qualcuno riesce a fare dei video di 5 minuti senza copione, errori e tagli… beh mi dica come si fa :)
Ma è vero o non è vero che i big della tecnologia di tutto il mondo non pagano le tasse in Italia?
Arrivo e ve lo dico.
No, non è vero, oppure è parzialmente vero, che cosa vuol dire? Vuol dire che secondo uno studio di Mediobanca di questi giorni, è uscito su Il Sole 24 ORE la scorsa settimana, pare che le grandi big della tecnologia, americane, cinesi, giapponesi e un paio europee, paghino solo 65 milioni di euro all’anno in Italia per fatturati molto più alti.
Qual è il problema sostanzialmente?
Il problema enorme, quello che viene definito web soft, è difficile da identificare, cioè tutto quello che avviene in queste macro aziende, tutto quello che è il fatturato di queste aziende, va alle aziende stesse che pagano le tasse dove hanno la sede oppure dove hanno i loro punti dove pagare le tasse, non voglio entrare in un discorso che non è il mio.
Il mio però è un discorso che vuole vertere su un altro punto, non possiamo fare la guerra alle big perché non pagano le tasse, perché? Perché portano lavoro, Amazon dà migliaia di posti di lavoro in Italia. Allora da una parte abbiamo aziende che pagano poco di tasse perché portano a casa i fatturati, come è normale, dall’altra parte abbiamo delle aziende che portano del lavoro, ma dopo si può dire che sfruttano e tutta una serie di cose, ma oggettivamente portano lavoro e assumono.
Quindi si è tra l’incudine e il martello delle aziende italiane che fatturano e non pagano le tasse qui ma danno lavoro a persone che stanno qui, si si facesse la guerra porterebbero via la manodopera eccetera eccetera.
Quindi qual è l’unica via d’uscita?
L’unica via d’uscita è investire noi per creare noi industrie che siano fatturato che rimanga in Italia.
Faccio un esempio banalissimo: in Germania, in queste settimane, è stato istituito un fondo da 50 milioni di dollari per lo sviluppo di videogame, cioè la Germania in pratica dice di dare un fondo statale all’industria dei videogame per poter produrre dei giochi che rimangano in Germania, che siano locali e fatturino lì, perché?
Perché aziende come EA Sports, un’azienda americana che genera videogame, fattura qualcosa come 5 miliardi l’anno, quindi se noi fossimo in grado di creare delle aziende che stanno sul territorio, fatturano sul territorio e fanno lavorare sul territorio e mantengono i soldi sul territorio, avremmo fatto bingo, ma per fare questo servono anche fondi statali.
Esistono in Germania, adesso, sto parlando di videogame ma è per tantissimi altri settori ovviamente, esistono in Francia, esistono in Canada, esistono in Polonia, esistono ovunque tranne da noi. Allora, oltre ai fondi per il cinema, che è correttissimo e giustissimo, servono fondi per le industrie tech, anche dell’intrattenimento, e tutto questo è
Rock & roll.