Al mio sondaggio proposto qualche settimana fa, solo il 70% delle persone salirebbe su un’auto che si guida da sola pur sapendo che è statisticamente più sicura di un guidatore umano.
Perché il restante 30% invece non ci salirebbe?
Di seguito, prima del video, la sbobinatura di quello che dirò nel video stesso, in modo che possiate leggere i sottotitoli oppure, se preferite, seguire direttamente dal post quello che dico nel video. Ci saranno delle imprecisioni “linguistiche”, ma se qualcuno riesce a fare dei video di 5 minuti senza copione, errori e tagli… beh mi dica come si fa :)
Ti faresti portare in giro da un’auto che si guida da sola essendo certo del fatto che statisticamente è più sicura di un guidatore umano?
È una domanda che ho fatto tempo fa sia su Facebook che su Twitter, che su LinkedIn. Ho avuto centinaia e centinaia di risposte, con molti filoni, però alcuni dei quali li possiamo racchiudere e ve li voglio raccontare. Ho fatto anche un sondaggio, anzi due, sia su Twitter che su Facebook. Su Facebook il 73% delle persone ha risposto sì, mi farei portare da un’auto che si guida da sola se è più sicura, su Twitter il 70% ha risposto si.
Ora, prima di tutto, che cosa vuol dire “più sicura?”. Noi abbiamo delle statistiche per quello che riguarda l’utilizzo delle automobili, sappiamo quanti incidenti ci sono, sappiamo quanti di questi incidenti vengono causati da distrazioni, quanti da rotture meccaniche e quanti da n altre cose, benissimo.
Le distrazioni sono senza dubbio i motivi principali di incidenti automobilistici, quindi, se avessimo la possibilità di non distrarci, avremmo moltissimi incidenti in meno, o se avessimo la possibilità di un’automobile che non si distrae, faremmo moltissimi incidenti in meno.
Ora, in molti mi hanno risposto una cosa di questo tipo: “Si, mi farei trasportare, ma solo se fossi certo che la macchina è disposta a tutelarmi, perché in giro è pieno di gente che si distrae” perfetto. Se la macchina che compri tu è disposta a tutelarti, anche le macchine che hanno comprato gli altri sono disposte a tutelarli, quindi tu saresti contento di andare in giro a piedi in una città con macchine che si guidano da sole che hanno come unico fine, il rispettare i limiti, ma il tutelare e difendere quello che è seduto dentro? Curiosa come domanda.
Altri mi hanno risposto “Si lo farei ma non mi fido, perché non me la sento di lasciare il volante” ma come? Abbiamo appena detto che statisticamente è più sicura un’automobile che si guida da sola piuttosto che te, e quindi perché non ti senti sicuro?
Attenzione, io per primo non mi sentirei sicuro a lasciare il volante in autostrada ad un’automobile eh, ma perché? Perché siamo culturalmente abituati a pensare che il nostro controllo sia il controllo superiore che esiste sulle cose, cosa che non è per nulla vera da un punto di vista assolutistico, ma è assolutamente vera da un punto di vista congetturale e personale.
Altra cosa, per esempio, cos’è che mi hanno detto? “Io sarei disposto a farlo purché fossi assolutamente certo che la responsabilità non è mia” ok, se capita qualcosa quindi, la responsabilità di chi dovrebbe essere, dell’automobile? Della casa che produce le automobili? Questo in effetti è un problema molto complesso.
Altri mi hanno detto “Vorrei poter intervenire in ogni momento” certo, questo è correttissimo, ma ammettiamo che tu sia su un’automobile che si guida da sola e ti addormenti, il problema si ripone ulteriormente, vuol dire che se tu ti addormenti mente la macchina si guida da sola, potresti in teoria intervenire ma non lo fai, quindi in quel caso la responsabilità di chi sarebbe? Tua o dell’automobile o di chi ha prodotto l’automobile?
Vedete che i casi sono davvero enormi. Altri mi hanno detto “No, perché io amo guidare”. Io su questa frase vorrei fare un brevissimo inciso: allora ragazzi, voi provate a dare un occhio fuori dalla finestra in questo momento, provate ad affacciarvi ad un balcone o andare in strada, guardate tutte le macchine che stanno girando in questo istante, tutte le persone su quelle macchine stanno andando in un posto, tutte le persone sono partite da un posto e stanno andando in un posto, l’automobile non è un piacere è un mezzo, appunto mezzo, che sta in mezzo tra il punto A e il punto B.
Nessuno si perde guidando nelle campagne e nei paesini, è una roba romantica che ci piace pensare ma è una cagata, non succede, perché tutte le persone lì fuori in macchina, stanno andando in un posto.
Io capisco che ti piaccia guidare, capisco anche che tu possa prendere in mano il volante e dire “no ok, adesso guido io” perché decidi di farlo, ci sta assolutamente, ma non si può dire “io non andrei su una macchina di questo tipo perché mi piace guidare” perché ti vorrei vedere nel mezzo della coda di un incidente in autostrada, o ti vorrei vedere in estate in coda per andare al mare se ti piace guidare, perché è quello il guidare.
Allora, mi piace far notare che dietro a ogni domanda di questo tipo ci stanno una miriade di risposte e andandole a vedere una per una, sono tutte estremamente più complesse di quello che potremmo pensare dal momento in cui sentiamo, vediamo, leggiamo la domanda.
Una cosa estremamente interessante è che solo il 70% delle persone dico solo, andrebbe su una macchina statisticamente più sicura. Cioè vuol dire che una persona su tre, anche se un’automobile è più sicura, non la farebbe guidare, anche se più sicura, certificato, io sto ipotizzando ovviamente, è un’ipotesi per farci capire quello di cui stiamo parlando, e di cos’è che stiamo parlando?
La tecnologia c’è, siamo noi che non siamo adeguati, che non siamo pronti oppure addirittura non ci fidiamo e perché? Perché è solo ed esclusivamente una questione culturale.
La stessa domanda l’ho fatta 5 anni fa parlando delle prime auto di Google, l’80% – 70% delle persone mi ha detto “No, non andrei mai su un’auto che si guida da sola”, oggi sono il 30% quindi vedete che è solo una questione culturale, non di tecnologia.
Rock & roll.
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Sono autore di libri su innovazione, tecnologia e comunicazione: power creator, docente e gamer, Rudy Bandiera è il mio VERO nome.
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I libri che ho scritto:
Giugno 2014: Rischi e opportunità del Web 3.0
Maggio 2015: Le 42 Leggi universali del digital carisma
Maggio 2017: Condivide et impera
Marzo 2019: CREA contenuti efficaci
Di seguito alcuni link per ascoltare altri miei contenuti, su canali un po’ meno consueti.
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