Ieri sera ho avuto modo di guardare il TG2 e in una intervista riguardante il terremoto ad Ischia, una cosa ha attratto la mia attenzione e mi ha completamente sconcertato.
Sappiamo che quel terremoto è stato di bassa magnitudo e che i crolli sono avvenuti per mille motivi, tra i quali anche l’abusivismo che porta alla mancanza di regolamentazione e quindi al rischio per gli immobili.
Sappiamo anche che la casa crollata in testa ai tre bambini che, per fortuna, sono usciti illesi, era abusiva, almeno in parte.
Ecco, durante il TG2 è stato intervistato il proprietario di quella palazzina, ovvero colui che ha deciso di costruire abusivamente. L’intervista verteva sul “vittimismo” del proprietario il quale ha ammesso candidamente che la casa era abusiva ma che “chi si deve mettere una mano sul cuore per la tragedia è lo Stato, al quale ho chiesto diverse volte il condono ma non è mai arrivato”.
Ora, che lo Stato con la storia dei condoni sia diventato connivente di un sistema insano, pericoloso et abusivo è certamente un fatto, ma l’intervista e il montaggio di un servizio che mostra un proprietario abusivo che dice di non avere responsabilità è fuori da ogni regola comunicativa e, se mi è permesso, di educazione alla “notizia”.
Il giornalismo, i media e l’informazione in genere hanno il dovere di rappresentare la realtà, senza buonismo o fazioni o tanto meno senza manipolazioni: l’interpretazione è una cosa, il ribaltamento dei fatti un’altra. Un proprietario che costruisce in modo abusivo va contro la legge, questo è il fatto, il punto. Il resto sono compassionevoli scuse e patetiche arrampicate sugli specchi, il resto è il solito italianissimo sistema di scaricare le responsabilità sugli altri e, quando non si trova qualcuno di responsabile, sullo Stato.
Dobbiamo smettere, e prima di tutto lo devono fare coloro che hanno una responsabilità mediatica di qualsiasi tipo (compresi noi tutti, sui social) di mutuare ogni cosa in “sì ma” oppure in “non è colpa mia” o addirittura di girare i fatti in base a quello che funziona o in base a quello che ci piacerebbe fossero. Dobbiamo smettere. E dobbiamo iniziare ad essere responsabili di ogni cosa che facciamo, di ogni nostra azione, senza prendere sempre di mezzo altri: responsabilità significa congruenza con un impegno assunto o con un comportamento, in quanto sottintende l’accettazione di ogni conseguenza.
L’accettazione di ogni conseguenza significa che quel servizio non andava fatto a quel modo o addirittura non andava proprio fatta l’intervista per dare voce a chi vuole passare per vittima ma che vittima non è. Questo è sensazionalismo e di sensazionalismo non abbiamo bisogno.