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17 Settembre 2009

6 italiani morti in un attentato a Kabul

di Rudy Bandiera

Quello che io mi chiedo è molto semplice: perchè la continuano a chiamare missione di pace, se poi saltano in aria come i birilli del bowling?
Non voglio entrare nel merito del giusto o sbagliato essere in Afghanistan, ma credo che le cose dovrebbero essere chiamate con il loro nome, tutto qua, altrimenti si genera confusione e non si riesce più a ragionare.
Se si salta in aria guidando un mezzo militare al di fuori del suolo patrio, non è missione di pace. Cazzo.
“Almeno 6 militari italiani sono morti e altri tre sono rimasti feriti in modo grave in Afghanistan in seguito ad un attentato kamikaze che ha colpito un convoglio della Nato sulla strada che porta all’aeroporto di Kabul. Nello scoppio sono rimasti coinvolti due blindati italiani di scorta al convoglio. Lo confermano fonti del ministero della Difesa e dello Stato maggiore della Difesa” corriere.it

Rudy Bandiera

Divulgatore digitale, #TEDx speaker e Co-founder di NetPropaganda: sviluppo strategie in sinergia con i vari reparti delle aziende o con i professionisti per generare nuovi servizi, progetti e campagne di comunicazione online, creando e rafforzando l’identità di brand o di personal branding. Per la mia biografia, informazioni e contatti vai... alla pagina contatti ;)

27 Comments

  1. Andrea Giuseppe Capanna
    17 Settembre 2009 at 12:30

    Fratello onestamente non saprei come rinominare la missione di pace. Non dovrebbe esistere e non dovrebbe avere bisogno di un nome.

  2. Rudy Bandiera
    17 Settembre 2009 at 12:31

    @ Andrea Giuseppe Capanna:
    Quoto, ma nel caso in cui dovesse per caso esistere, diciamo che “pace” non si addice.

  3. Cicapui
    17 Settembre 2009 at 13:13

    Boh, credo che la chiamino missione di pace perchè non sono là per fare la guerra al popolo afgano, ma per difenderlo dai talebani. Il punto è se vogliano essere difesi… e comunque per difendere loro la guerra la fanno eccome, la fanno ai talebani. Io li riporterei tutti a casa e di corsa. Perchè dobbiamo farci ammazzare i nostri ragazzi per fare un piacere all’America?

  4. TylerDurden
    17 Settembre 2009 at 14:12

    Geroge Orwell, con la neolingua ed il bispensiero, aveva spiegato perfettamente l’importanza e l’uso delle parole… altro che le tette di Cristina di QUEL GrandeFratello…

  5. Alessandro
    17 Settembre 2009 at 14:50

    Ufficialmente viene chiamata missione di pace semplicemente per il fatto che l’obiettivo è quello di pacificare il territorio afghano.

    A differenza delle operazioni militari “offensive” portate avanti da Stati Uniti e Gran Bretagna nel 2001 a supporto dell’Alleanza del Nord per rovesciare il regime talebano, la missione ISAF a cui l’Italia partecipa con circa 3.000 soldati è una missione “difensiva” il cui scopo è quello di pacificare l’area assistendo l’esercito nazionale afghano.

    E’ però implicito nell’obiettivo il possibile nonchè più che probabile uso offensivo dei contingenti NATO come dimostra il fatto che il nostro paese abbia schierato, nel 2007, 120 soldati italiani appartenenti alle forze speciali del ‘Col Moschin’, ovvero il battaglione d’élite della Brigata Paracadutisti ‘Folgore’, e del ‘Comsubin’, gli incursori della Marina.

    Personalmente sono convinto del fatto che a volte l’uso della forza sia indispensabile e necessario per mantenere la pace e/o ripristinarla, meno convinto sono delle ragioni dell’intervento militare in Afghanistan nonchè per nulla convinto di quelle “ufficiali” sostenute dall’amministrazione americana per giustificare l’intervento in Iraq.

  6. conte2000
    17 Settembre 2009 at 14:56

    purtroppo le questioni diplomatiche e politiche spesso e volentieri vanno a collidere con quelle umane e alla fine dei conti vincono. Dovremmo capovolgere la cosa dal nostro punto di vista: se fossimo sotto attacco e avessimo bisogno di aiuto come reagiremmo? ci farebbe piacere essere aiutati da altri paesi?

  7. Rudy Bandiera
    17 Settembre 2009 at 14:57

    Ho avuto una interessante e formativa discussione su Facebook riguardo alla terminologia, che per me è estremamente importante.
    Riporto sotto il dialogo:
    A:
    i militari delle forze di pace non sparano mai per primi…quindi per l’onu è una missione di pace…
    ..come la vuoi chiamare una situazione incui alcuni difendono altri, e se sono attaccati sparano…guerra pre-ventiva o post-ventiva? ok ma non cambia lo stato della realtà..
    IO:
    Ok perfetto, ci siamo! NON è una missione di pace ma una missione di guerra. Per scopi benefici, nobili, non aggressivi e tutto il resto, ma guerra è.
    Da questo assunto possono partire tutti i ragionamenti del mondo e tutte le scelte politiche, che non voglio discutere ora, ma è bene partire da un presupposto esatto. Altrimenti è un casino
    A:
    …non la ritengo una guerra, una guerra si fa per occupare, per conquistare, per annientare il nemico…è una difesa della popolazione, in condizioni drammatiche e quindi fatta con militari…che evidentemente possono sparare e causare scontri a fuoco, causare delle battaglie (fatte da quei cowboy degli statunitensi)…ma non è una guerra, permettimi…
    IO:
    Non la ritieni una guerra? Ti ricordo che la prima guerra mondiale l’abbiamo vinta difendendoci dai “cattivi” e non occupando o conquistando. Non era forse guerra quella? Guerra non è solo quando si invade.

  8. Rudy Bandiera
    17 Settembre 2009 at 14:59

    @ conte2000:
    Perdonami, non si sta parlando del fatto che sia giusto o meno, non in questo post almeno, e non si parla nemmeno del fatto che se fossimo noi ecc.
    Si parla di: è guerra o no?
    Se mettiamo i puntini sulle i di questo punto, allora possiamo ragionare sul resto. E non è un dettaglio.

  9. conte2000
    17 Settembre 2009 at 15:01

    la terminologia infatti non è corretta, ma viene usata la parola pace mentre forse sarebbe meglio la parola scudo: missione scudo per proteggere il popolo offeso e rispondere al fuoco quando inevitabile.

  10. Alessandro
    17 Settembre 2009 at 15:50

    Rudy è vero che la terminologia ha un’importanza fondamentale soprattutto in sede diplomatica e nelle relazioni internazionali, ma non capisco qui il senso del tuo ragionamento o almeno dove tu voglia arrivare. Tu dici, bisogna partire da un assunto di base, la nostra presenza in Afghanistan non può essere definita “missione di pace” ma deve essere chiaro a tutti che si tratta di una guerra. Bene. Ma chi non considera quella in atto una guerra? E’ innegabile il fatto che questa sia una guerra, guerra al terrorismo, guerra all’Afghanistan, “guerra coloniale” chiamala come ti pare, guerra rimane. Anche la parola missione fa parte della terminologia propria della guerra. Solo che la NATO (anche questo punto non è da sottovalutare, siamo in Afghanistan con la NATO e non con l’ONU) ha voluto mettere ben in chiaro la natura della missione, appunto “di pace”, proprio per sottolineare l’intento “pacifico” dell’intervento.

  11. Rudy Bandiera
    17 Settembre 2009 at 15:57

    @ Alessandro:
    “E’ innegabile il fatto che questa sia una guerra” non per tutti. E’ proprio questo il punto: io mi sono stancato di sentire i TG non dire mai la parola “guerra” come se fosse politicamente corretto evitarla.
    Il fatto che tu non metta in discussione il fatto che questa sia una guerra è tutto ed è una cosa che apprezzo ma, credimi, sei tra i pochi che fanno il ragionamento giusto.
    Il dialogo che hai letto sopra e che ho intrattenuto con Facebook dimostra che per molta gente questa NON è una guerra perchè i TG dicono che questa NON è una guerra.
    Voglio arrivare semplicemente a chiamare le cose con il loro nome, e credimi non è una polemica la mia.

  12. Alessandro
    17 Settembre 2009 at 16:14

    Certo capisco benissimo, ma cambiare le logiche editoriali dei vari telegiornali (parlo della televisione pubblica, il TG4 risponde a delle logiche tutte sue) che riflettono sostanzialmente, in particolar modo in casi come questi, le direttive politiche non è cosa da poco. Ci sono testimonianze, documenti e filmati che provano il fatto che i giornalisti sono tenuti ad utilizzare una determinata terminologia secondo la quale si è autorizzati ad usare il termine disobbediente ma non pacifista. Sono logiche di facile comprensione (il fine è l’opinione pubblica) ma difficili da debellare. E comunque sono logiche conosciute ormai da anni e anni. Sta alla persona singola poi interpretare con critica le informazioni che riceve. Però uno deve anche “sbattersi” per farsi un’opinione non troppo di parte. In questo senso Internet è un’ottimo strumento. Puoi, nel giro di pochi click, confrontare tra loro moltissime informazioni e punti di vista.

  13. Rudy Bandiera
    17 Settembre 2009 at 16:20

    @ Alessandro:
    Ale, se tutti fossero come te non ci sarebbe bisogno di “lottare” per il nome delle cose, ma si potrebbe iniziare a discutere al livello dopo e cioè sui contenuti piuttosto che la forma.
    Ma non è così….

  14. Alessandro
    17 Settembre 2009 at 16:46

    Lo prendo come un complimento e ti ringrazio ma continuo a non capire il perchè di messaggi del tipo “e continuano a chiamarla missione di pace”. Sostanzialmente è una missione di pace. I militari dell’ISAF sono schierati a supporto dell’esercito e della polizia afghana al fine di assicurare la continuità delle istituzioni, la sicurezza dei cittadini e di conseguenza il disarmo dei talebani e dei vari gruppi criminali che operano nel paese. Piuttosto che insistere sul “nome” della missione io metterei l’accento sulle ragioni.

  15. Rudy Bandiera
    17 Settembre 2009 at 16:52

    @ Alessandro:
    fino a quando ci sarà qualcuno che non capirà che questa è DI FATTO una azione di guerra, non potremo parlare in maniera “sana” della ragioni.
    Come possiamo parlare delle ragioni se uno mi parla di pace e uno di guerra?
    E questo che sto dicendo.

  16. Alessandro
    17 Settembre 2009 at 17:12

    Scusa se insisto. Ma chi parla di pace? I telegiornali è ovvio parlano di missione di pace, ma è ovvio che essa è attuata in un contesto di guerra. Dicono “la nostra presenza in Afghanistan è necessaria al fine di creare le condizioni per una pace duratura”, ma se questa pace va creata vuol dire che essa non c’è, vuol dire che vi è uno stato di conflitto. Quindi continuo a non capire perchè si contesti il fatto che sei militari italiani oggi sono morti disquisendo sulla tipologia di missione. Non sarebbe più corretto contestare semplicemente la nostra presenza affermando la propria contrarietà a questa guerra o quanto meno mettendone in dubbio le ragioni?

  17. Rudy Bandiera
    17 Settembre 2009 at 17:21

    @ Alessandro:
    Se, partendo dal nostro governo, si ammettesse il fatto che è una guerra, se lo si ammettesse con le parole, allora il fatto stesso di essere la non sarebbe possibile perchè sarebbe anti costituzionale.
    Ecco perchè mi incazzo quando parlano di missione di pace fatta con i mitra: portare la pace non vuol dire fare una missione di pace, cazzo, ma vuol dire portarla anche, se necessario con le armi: diventa quindi una missione di guerra per portare la pace.

  18. Alessandro
    17 Settembre 2009 at 17:52

    Guarda Rudy capisco bene le tue ragioni e il tuo sentimento ma anche in casi come questo bisogna cercare di rimanere lucidi e razionali. Sull’ammettere la natura delle operazioni posso dirti che gli Stati Uniti gia nel 2003 “tramite” il comandante statunitense della base di Bagram hanno dichiarato esplicitamente che la missione è “di combattimento”e non di peacekiping. Per quanto riguarda invece la posizione italiana il Governo italiano nonchè il Parlamento hanno ammesso a loro volta che di fatto si tratta di operazioni di guerra. E qui come sottolinei tu entra in gioco l’art. 11 della Costituzione e tutto ciò che ne consegue. Difatti è in corso un ampio dibattito tra i vari costituzionalisti italiani circa l’interpretazione elastica che è stata data all’articolo e in primis circa l’adesione italiana al Trattato sulla NATO, la cui ratifica pone in se molte contraddizioni con la nostra costituzione. Qui mi devo però fermare perchè non sarei in grado di dirti altro. Posso solo, per chi volesse approfondire l’argomento, segnalare due testi “ufficiali” sull’argomento: C. DE FIORES, «L’Italia ripudia la guerra»? La Costituzione di fronte al nuovo ordine globale, Roma, 2002; G. DE VERGOTTINI G., Guerra e Costituzione, in Quad. cost., 1/2002

  19. Rudy Bandiera
    17 Settembre 2009 at 17:55

    @ Alessandro:
    ecco, stavolta hai fatto centro ;-) Ottimo spunto di riflessione ed approfondimento, gracias.

  20. Laura
    17 Settembre 2009 at 20:45

    La parola è voluta per non spaventare gli italiani…. le solite ipocrsie dei ns. governi…!! Io non ho mai creduto alla “missione di pace”…. Dove ci sono militari, armi, cararmati, munizioni, bombe…che sia difensivo o offensivo non cambia la sostanza… Chi attacca si difende con armi ecc in un circolo vizioso…!! Come la chiamate questa??

  21. conte2000
    18 Settembre 2009 at 10:14

    ricordiamoci che ogni giorno muoiono 4 persone sul posto di lavoro e nessuno ne parla, ieri sono morti 6 italiani+4

  22. Rudy Bandiera
    18 Settembre 2009 at 10:15

    @ conte2000:
    Verissimo.

  23. TylerDurden
    18 Settembre 2009 at 15:06

    @ conte2000: Quel che mi disgusta, oltre al fatto che reputo più gravi le morti sul lavoro che in “missione di pace” è che ieri ed oggi sono tutti a titolare per i soldati uccisi in una zona di guerra… mentre da sempre si cerca di nascondere le morti di altri soldati dovute ai proiettili all’uranio impoverito…

  24. conte2000
    18 Settembre 2009 at 15:22

    @ TylerDurden:
    perchè purtroppo l’informazione non è libera, bisogna sempre impegnarsi a leggere tra le righe di ogni notizia e cercare di cogliere la verità, ammesso che ce ne sia una.

  25. Laura
    18 Settembre 2009 at 17:16

    @ TylerDurden: esatto!!…. Comunque mi domando se negli USA per ogni soldato morto facessero trasmissioni di una settimana…..come qui….

  26. Thompson
    20 Settembre 2009 at 16:25

    La situazione è molto delicata, ma ho trovato un articolo, da cui mi discosto per evidenti ragioni di vedute, ma in cui ho riscontrato vari spunti interessanti per un dibattito…

    http://www.loccidentale.it/articolo/fieri+di+essere+italiani.0078210

    qualcuno ha pazienza per dare un’occhiata??? (l’articolo è un pochino lungo…)
    che ne pensate???

  27. I Am What I Am
    21 Settembre 2009 at 15:31

    @ Thompson: Frasi come “guardare all’Italia come a una democrazia che sacrifica i suoi uomini migliori perché la democrazia si affermi nel mondo.” “vorremmo trovarvi per una volta parole di ammirazione e di rispetto per un Paese in prima linea nella difesa di quel che resta dell’Occidente e di un governo che è stato capace di non arretrare da quella frontiera nemmeno quando altri hanno cominciato a impaurirsi e tentennare.” sono ridicole.. Mi da l’idea che la persona che abbia scritto questo articolo sia interessato esclusivamente all’Italia e all’immagine di questo paese piu che alle vittime.. :S



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