Il 65% degli studenti farà un lavoro che oggi NON esiste.
Non possiamo pensare di prevedere con certezza quali saranno i lavori di domani perché quello che ci sarà domani, oggi non esiste, ma possiamo fare delle supposizioni, guardarci attorno per capire che cosa faranno i nostri giovani.
A questo scopo la scuola deve offrire gli strumenti più ampi possibili, e puntare sulla multidisciplinarietà, in modo da stimolare la creatività dei ragazzi, aiutarli a capire in quale direzione vogliono andare, e garantire loro la capacità seguire diversi percorsi a prescindere dalle “materie”.
Il mondo del lavoro sta inevitabilmente cambiando perché il mondo stesso è cambiato e sta mutando ancora, da qui arrivano le nuove esigenze nel mondo del lavoro.
Riporto i dati raccolti da Will Media seguendo la statistica stilata da LinkedIn sulle 25 professionalità più cresciute negli ultimi 5 anni:
Sostenibilità, cybersicurezza, cloud, già dai primi posti della classifica si riconoscono i grandi temi che stiamo trattando in questi giorni
La lista poi procede con brand specialist, responsabili delle strategie e ingegneri robotici.
C’è chi vede i nostri giovani come fannulloni che non hanno voglia di lavorare, c’è chi vede un futuro fatto di intelligenza artificiale e robot, ma io confido ancora nelle persone.
A chi dice che le scuole devono insegnare a lavorare, dite che sbaglia: ai nostri giovani dobbiamo insegnare ad essere indipendenti e creativi, dobbiamo passare dal padroneggiare una professione al padroneggiare competenze, ai giovani d’oggi dobbiamo insegnare ad imparare.