Non è che “dico sempre quello che penso” sia una cosa giusta
I social non sono il bar sport, un luogo in cui vai, spari la tua ca**ata, gli altri ti dicono che è una ca**ata e te ne vai con la coda tra le gambe. I social sono un amplificatore e, come tale, implicano responsabilità.
Ora, se il ministro della Salute tedesco, Karl Lauterbach, se ne esce sui social con “In Italia il turismo non ha futuro, fa troppo caldo” non è dire quello che si pensa ma il perdere un’occasione per tacere.

I motivi sono diversi, primo tra tutti è che in Italia, a Roma in luglio, il caldo c’è sempre stato. Il secondo motivo è che se esiste un fenomeno di riscaldamento globale non riguarda Roma o l’Italia ma, essendo globale, anche la sua fresca Germania. Il terzo è che se sei in vacanza in un posto e non ti sei informato prima del clima in quel periodo, hai qualche problema di contatto con la realtà.
Il punto è sempre lo stesso: non sempre quello che è consentito fare perché legale e abbiamo i mezzi per farlo è anche giusto farlo.
Abbiamo tutti una responsabilità quando usiamo i social e se il tuo ruolo è quello di ministro di uno dei paesi più ricchi e potenti del pianeta allora questa responsabilità è amplificata: questo dimostra ancora una volta una cosa, ovvero che il mondo della comunicazione digitale è avulso ai più, a prescindere dal ruolo che si ricopre.
Comunicare sui social non è roba per tutti, evidentemente.
La nota positiva di questa faccenda è che Lauterbach ha dato modo alla Santanchè di dare una risposta compassata et intelligente, fatto piuttosto raro in questi anni.