L’altro giorno in un video parlavo della decisione presa dalla casa editrice di Roald Dahl, autore di libri per ragazzi come “La fabbrica di cioccolato”, di eliminare o edulcorare ogni riferimento al genere, alla razza e al peso. Via le parole “brutto” o “grasso“.
Raccontavo la mia opinione ovvero che non è cancellando delle parole in un testo che cancelliamo la bruttura del mondo ma è contestualizzando queste parole nel periodo in cui sono state scritte perché, se si parte dal concetto della cancellazione, dovremmo riscrivere TUTTO quando scritto in passato. Come in 1984, per capirci.

Su LinkedIn, come vedete, il video ha fatto quasi 4.000 impression su di un pubblico di poco più di 66mila follower, su Facebook 21 visualizzazioni su un pubblico di circa 23.000 follower. Cosa significa questo?
Una sola cosa, ovvero che il mondo del “politicamente corretto a tutti i costi” censura libri per ragazzi escludendo termini che ritiene inopportuni esattamente come l’algoritmo del social più usato al mondo AZZERA la visibilità di un contenuto solo perché non lo comprende e contiene parole che non gli piacciono.
Ora, so benissimo che la visibilità sui social non è fonte di vita, prima che arrivi qualcuno a ricordarlo, ma se si fanno dei contenuti e se si fanno di mestiere, si tende a volerne una copertura “adeguata” alla propria fan-base, quindi, questo ci spinge a un “algorithm speeching” ovvero a cambiare il nostro modo di parlare perché un algoritmo idiota non capisce cosa diciamo.
In questo caso abbiamo due strade da percorrere: o cambiamo il nostro modo di parlare/scrivere o cambiamo il posto in cui farlo. Ecco il motivo per il quale FB perde utenti attivi e LK e TikTok ne prendono.