Qualche settimana fa mi è arrivato un messaggio privato che recitava: “buongiorno Rudy, vorrei farle una domanda: secondo lei un tatuaggio sul lato del collo sarebbe giudicato male ad un colloquio o lavoro?”

La domanda mi ha molto colpito per diversi motivi. Il primo è che io ho DUE tatuaggi al lato del collo e, addirittura, uno mi parte dalla mano destra e mi arriva appunto sul lato destro del collo, sotto l’orecchio. Forse, quindi, non sono la persona adatta per rispondere alla domanda, se non sono io a dover assumere, almeno.
Tuttavia, la trovo affascinante ed ho risposto che dipende da 3 fattori: da chi sei, dal tatuaggio e da chi hai di fronte.

1- Se sei una rock star e stai parlando a un nuovo agente, egli saprà già chi sei e cosa fai e quindi puoi fare quello che vuoi e vestirti anche come un idiota, se ti va. È il bello di essere rock star ma non funziona per tutti (anche se spesso ci raccontano sia così).

2- Se il tatuaggio rappresenta qualcosa o una frase che non vorresti far leggere a tua madre allora forse colpirebbe negativamente chi ti fa un colloquio, ma quella non sarebbe colpa del pregiudizio di chi ti guarda.

3- Se hai di fronte una persona che ha una idiosincrasia per i tatuaggi, beh allora la cosa è finita in partenza, ma staremmo comunque parlando di un individuo ottuso che non sta cercando qualcuno bravo ma qualcuno che gli piaccia a naso.

Trovo sempre molto affascinante il confine tra “faccio quello che voglio e costruisco la mia identità” e “m’identifico nei valori socio culturali della società in cui vivo” perché penso che sia nell’equilibrio di queste due cose che formiamo noi stessi.

Tuttavia, se proprio dovessimo chiedere un parere a qualcuno che di queste cose se ne intende potremmo prendere questa frase: lo stile è eleganza non stravaganza. L’importante non è farsi notare, ma ricordare.

L’ha detta un certo… Re Giorgio Armani.
Quindi boh, vestitevi di Armani e tatuatevi pure anche la faccia ;)