Nel 2004 perdevamo cinque milioni di euro al giorno, ma quando andai in ufficio in Italia ad agosto non c’era nessuno. Così chiedo: ‘Ma dove sono tutti?’ e mi dicono: ‘In ferie’. ‘Ma in ferie da cosa?’, dico io. Nel mondo se ne fregano d’agosto. In Brasile, negli Stati Uniti ad agosto lavorano. E noi? Noi siamo convinti che siamo la Fiat e tutti ci aspettano… A quel tempo perdevamo 5 milioni di euro al giorno, 5 milioni, ed io ero in ufficio da solo…

Questa è una famosissima frase di Sergio Marchionne, divenuta icona della stigmatizzazione delle ferie di agosto e del provincialismo italiano che le genera.

Ora, io nutro un rispetto monumentale per Marchionne come imprenditore, ha fatto cose del tutto prodigiose, ma associare le ferie di agosto alle perdite aziendali è come dare la colpa dell’inquinamento da plastica a chi fa la raccolta differenziata.

La FIAT in quegli anni aveva ENORMI problemi, tutti legati a cose scollegate dal discorso ferie. 
Che poi negli altri paesi si lavori ad agosto, si prendano le ferie in periodi dell’anno diversi e che non le si prendano tutti assieme sono fatti inequivocabili e da cui dovremmo prendere spunto, ma il rendere icona una frase simile ì l’individuazione di un capro espiatorio su cui poter fare demagogia.

Era da molto che lo volevo dire: ho aspettato che passasse agosto per dirlo.