Sono giorni che mi scervello per scrivere qualcosa di intelligente sulla vacanza fatta in barca a vela (catamarano, per la precisione) ma ogni volta che inizio poi cancello.
Mi pare tutto banale, scontato, già detto. Tipo:
Bello? Bellissimo, sì, vorrei vedere. Parco naturale delle Incoronate in agosto con sole, caldo e catamarano pieno di ottima compagnia, amore, birra e cibo. BELLISSIMO!
L’alba e il tramonto erano belli? Mamma mia certo, bellissimi!
La convivenza “forzata” è stata faticosa? No, per nulla, per fortuna erano tutte persone splendide.
E… il mal di mare? Nulla, il catamarano è fermo più di un autobus.
E lo skipper? Com’è avere uno skipper in barca? Fico, visto che era il mio amico Romolo.
E per il mangiare, come facevate? Scendevate? Nuuuu, ha fatto sempre da mangiare Angelo che, oltre ad essere bravissimo si diverte pure!
Ma… è vero che nel water ci va solo quello che esce dal corpo e NIENTE più? Si, vero, Dannatamente vero.
Com’era l’acqua? Bella, limpida ma fredda come il cestello del ghiaccio e io m’incasino con gli shock termici.
E a vela ci siete poi andati? Eccerto che si! Una sola volta però, è una fatica da cani tirare tutte quelle cime, la randa, e tutta ‘sta roba.
Lo rifaresti? Certo che sì, subito.
Una cosa intelligente però provo a dirla. C’è una cosa alla quale non diamo importanza a terra ma che assume un valore straordinario in barca: l’acqua.
Se ne consuma tanta, se ne spreca di più e questo in barca non è possibile quindi se ne capisce il valore che va al di là del prezzo.
Il PREZZO è quello che pago, il VALORE quello che ottengo. L’acqua in barca assume il valore che dovrebbe avere anche a terra.
E alla fine dai, una cosa intelligente sono riuscito “a uscirla”, anche con un filo di gas :)