Ecco 6 dati di fatto che è bene accettare il prima possibile per vivere e lavorare meglio (e magari essere più felici)
1- Fai schifo nella tua passione ORA perché hai appena iniziato a praticarla.
Tieni botta perché se una cosa ti piace davvero o diventerai bravo nel farla o, in ogni caso, ti divertirai da matti.
2- Non puoi fissare obiettivi se non crei abitudini.
Gli obiettivi devono sempre essere vicini e raggiungibili con le abitudini quotidiane, per poi essere spostati in avanti man mano che si raggiungono.
3- I riconoscimenti non ti daranno superpoteri ma solo gioia effimera.
C’è una enorme differenza tra felicità e contentezza: la contentezza è legata alla materia e al momento in cui accade qualcosa e la felicità è uno stato mentale che si coltiva e, se c’è, esiste anche quando non si è contenti.
4- Criticare se stessi fa male ma fa bene.
Fa male sentire una voce interna arrabbiata ma ci forma più dell’angioletto sulla spalla. Scaccia l’angioletto!
5- Impigrirsi non è per forza un male.
La produttività non significa lavorare senza sosta, ma migliorare l’allocazione del proprio tempo.
6- Ultimo ma non meno importante: non puoi piacere a tutti.
Questa è una cosa che può far male e che è spesso ingiusta, ma il pregiudizio fa parte della nostra vita. Possiamo piacere a molti ma non a tutti.
Era così anche per Gandhi, figuriamoci per noi.
Una volta, il mio amico Francesco Sordi mi disse: “Secondo me tu piaci o non piaci per una caratteristica che davvero ti contraddistingue: sei una persona felice.”
La felicità attira come una calamita, oppure è fonte di frustrazione per comparazione, quindi invidia, quindi repulsione.
La felicità non è un interruttore ma un percorso.
Ogni mattina devi svegliarti e lottare per essere felice, cambiare, migliorare e allenarti a esserlo, giorno dopo giorno, affiancandoti a persone felici che a loro volta frequentano persone felici.
La felicità è un tuo dovere.