Non è più questione di giusto o sbagliato, di buoni o cattivi e di chiusure e blocchi ma di avere la certezza di CHI sta usando i social.
Possiamo pensare tutto quello che vogliamo e bloccare tutto ma non esiste nessun social al mondo che chieda una certificazione d’identità per l’utilizzo e, in caso di minori, l’attestazione di identità (e quindi responsabilità) dei tutori.
Chi sta usando cosa? A chi è intestato l’account? Quanti anni ha chi lo sta utilizzando?
Senza queste informazioni serve bloccare un social “ai minori”?
È sempre più importante discutere, iniziare a farlo seriamente, di una identità digitale certificata e rintracciabile, sia per la tutela dei minori che per la tracciabilità delle responsabilità degli adulti, anche in tutti i casi di calunnie e diffamazione e “haterismo” vario.
Il difficile è come farlo, visto il tema delicato, ma quello che non è difficile da capire è che il garante può bloccare quello che vuole sulla carta, per rassicurare i genitori impauriti, ma nei fatti non ferma e non cambia nulla, oltre al fatto che ci sarebbe anche da discutere sulla responsabilità oggettiva di un social in questo caso, non facile da attribuire.
Insomma, questa terribile tragedia ce ne farà discutere seriamente o abbiamo bisogno d’altro?
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