Ormai dovrebbe essere chiaro che i sistemi di intrattenimento come il cinema, la tv, i social network e i videogame non sono la causa delle azioni che purtroppo sentiamo tra i fatti di cronaca, ma sono piuttosto altre condizioni che generano tutto ciò.
Dobbiamo partire da fatti certi, situazioni concrete, ci sono ancora troppi pregiudizi sul mondo dei videogame e non solo, è ora di fare chiarezza, anche se
nel 2019 ci si aspettava già di aver chiarito certe cose, ma evidentemente serve ribadirle di nuovo.
Di seguito, prima del video, la sbobinatura di quello che dirò nel video stesso, in modo che possiate leggere i sottotitoli oppure, se preferite, seguire direttamente dal post quello che dico nel video. Ci saranno delle imprecisioni “linguistiche”, ma se qualcuno riesce a fare dei video di 5 minuti senza copione, errori e tagli… beh mi dica come si fa :)
In queste settimane Trump ha dato la colpa delle stragi di sparatorie che ci sono state negli Stati Uniti, e sapete che in queste settimane si sono sparati un sacco negli USA, a due cose principalmente: ai social network e ai videogame.
Ora, è inconcepibile che nel 2019 ci sia qualcuno che ancora tira fuori temi di questo tipo. Se prima era, la colpa del fatto che si sparavano per strada, era dei film violenti come Scarface, film che oggi sono considerati dei must assoluti o dei film come Pulp Fiction, che oggi sono diventati e sono considerati pezzi d’arte, prima era il cinema, la tv e oggi i social e i videogame.
Allora, per capirci, non esiste uno studio universale e univoco che dica che i videogame fanno diventare deficienti o rendano le persone aggressive, non esiste.
Esistono studi di tutti i tipi, trasversali, ma la scienza non ha ancora certificato una direzione reale in questa cosa qua, e perché? Perché in effetti, se ci si pensa, se una persona gioca a DOOM o gioca a GTA, per quanto violento, sto parlando di un adulto non di un bambino, un bambino non potrebbe giocare a GTA. Se un adulto gioca a DOOM un’ora al giorno, non è DOOM che lo farà uscire a sparare alle persone. Se esce e spara alle persone avrà un problema pregresso, pregresso, psicologico, al cervello, di violenza, di famiglia, di contesto, ma non è certamente il gioco che gli fa scatenare la scintilla.
Se un adulto gioca a DOOM, sto dicendo DOOM per dire qualunque gioco, sto dicendo DOOM perché è stato uno dei primi che è stato accusato di far diventare le persone violente e di sparare col fucile, la Columbine vi ricordate?
Se le persone giocano ad un gioco di questo tipo per 12, 13, 18 ore al giorno, hanno un altro problema che va al di là del gioco stesso, altresì, se una persona guarda Facebook, Instagram e Twitter, non credo che siano i motori che lo faranno scatenare per andar fuori ad uccidere qualcuno.
Penso piuttosto che la costruzione di muri che costano diversi miliardi di dollari tra una popolazione e l’altra istighino una popolazione ad odiare l’altra, non certamente i videogiochi. Non è possibile, ancora, nel 2019 sentire qualcuno che accusa dei sistemi di intrattenimento di essere la causa della violenza.
Negli Stati Uniti girano armati con dei fucili a canne mozze e dei mitragliatori da guerra ed è quello il motivo che spinge delle persone instabili a uccidere qualcun altro.
Esiste uno studio, in questo caso certificato che mette a confronto la quantità di ore passate sui videogame e i reati violenti nel paese di riferimento. Ecco, gli Stati Uniti è l’unico paese in cui la quantità di ore corrisponde anche un’enorme quantità di delitti. In tutti gli altri paesi dove non ci sono le armi da fuoco non è così, cioè le persone giocano lo stesso, ma nessuno si ammazza per le strade, allora vi prego vi prego, basta queste cose qua. Non parlo a Trump perché è ovvio che non mi ascolti, ma basta crederci o basta solo farci instillare il dubbio che siano Instagram e le foto di donne nude o sparare in DOOM che ci fa impazzire.
Basta.
Rock & roll.
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Sono autore di libri su innovazione, tecnologia e comunicazione: power creator, docente e gamer, Rudy Bandiera è il mio VERO nome.
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I libri che ho scritto:
Giugno 2014: Rischi e opportunità del Web 3.0
Maggio 2015: Le 42 Leggi universali del digital carisma
Maggio 2017: Condivide et impera
Marzo 2019: CREA contenuti efficaci
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