Cosa si cela dietro alle fake news?
Il vero problema delle fake news non sta tanto in chi le genera ma in chi le divulga e soprattutto in chi continua a difendere la notizia falsa appena condivisa invece di ritornare sui suoi passi e ammettere di aver fatto una cazzata.
Soprattutto, dobbiamo capire che è normale commettere errori e dovrebbe essere altrettanto normale chiedere scusa.
Di seguito, prima del video, la sbobinatura di quello che dirò nel video stesso, in modo che possiate leggere i sottotitoli oppure, se preferite, seguire direttamente dal post quello che dico nel video. Ci saranno delle imprecisioni “linguistiche”, ma se qualcuno riesce a fare dei video di 5 minuti senza copione, errori e tagli… beh mi dica come si fa :)
Il grande problema della fake news non è chi le genera perché ne hanno interesse, ma è chi le divulga e soprattutto chi non è in grado di rendersi conto di averlo fatto oppure se se ne rende conto, non torna sui suoi passi.
Mi spiego. Le fake news nascono per dei motivi, non nascono per caso, nascono per dei motivi strumentali generalmente che possono essere politici, economici o x motivi di altro tipo, quindi chi crea le fake news, a parte Lercio che quello lo fanno per gioco, per vezzo e per strumento intellettuale, ma quello è tutta un’altra cosa.
Le fake news quindi quando vengono generate hanno delle caratteristiche particolari ovvero hanno un fine per chi le genera, che è sempre strumentale, e hanno una forte componente di credibilità, attenzione, noi crediamo ad una cosa quando è credibile, non quando è vera, e quindi le fake news non possono essere completamente assurde altrimenti sarebbero quelle del Lercio ma quelle non sono fake news, sono un’altra cosa.
Quindi le fake news hanno una fortissima componente di credibilità. Che cosa succede a questo punto? Che arriva qualcuno, anche qualcuno di sveglio, in gamba, sovrappensiero legge la notizia, la prende come vera e la ricondivide. A quel punto questa persona è forse ignara di aver fatto questa attività, anzi, certamente ignara di aver condiviso una fake news, la quale inizia ad essere commentata, poi arriva qualcuno che dice “guarda scusa, è una fake news, è una cazzata, tu stai condividendo una stupidaggine” tu che hai condiviso, pienamente consapevole che non fosse una fake news, supponendo non lo fosse e quindi sei convinto che quello che stai dicendo è una cosa vera cosa fai? Dici “No no no, assolutamente, non è una fake news, questa è una notizia vera, l’ho trovata qui, se n’è parlato lì, eccetera”. Arrivano in due o tre e cominciano a dirti “No guarda è una cazzata, ma prova a leggere la fonte, prova a leggere qual è quella pagina che originariamente ha dato vita a questa news, è una stupidaggine, una baggianata” ti spiegano il perché. Ogni volta che tu, che hai condiviso la fake news, dici no ma perché, no ma perché, ti infili in un vortice da cui fai sempre più fatica ad uscire e questo vortice ti porta a cercare di confermare sempre di più il fatto che questa non sia una fake news, arrivando persino a dire “Se anche lo fosse, voi mi state contestando come persona, voi mi state contestando nelle idee, voi mi state contestando nelle opinioni” che non è assolutamente così, io sto contestando il fatto che tu hai pubblicato una cazzata, non le tue idee o i tuoi concetti.
Se quelle idee o quei concetti li esprimessi tu in prima persona, allora io non potrei venire a discutere, ma sto discutendo la fonte. Quindi vedete che il problema delle fake news è molto più amplio e difficilmente risolvibile rispetto a quello che si possa pensare, perché? Perché un tool come Facebook o Google o qualunque altro social, fa davvero fatica ad identificare una fake news rispetto a quella che non lo è, se non ci riusciamo noi, figuratevi un algoritmo, quindi Facebook non lo può fare. Esiste il pulsante di segnalazione, assolutamente si, ma chi controllerà questa news farà estremamente fatica ad andare ad individuare dove la fake news è nata, se è una fake news e perché lo è, quindi, di nuovo, la piattaforma fatica un sacco.
Quindi come vi dice il mio amico Claudio Gagliardini, l’unica opportunità che noi abbiamo è, quando individuiamo queste cose, di andare a parlare con le persone dicendo guarda, hai fatto una cazzata per questo e questo motivo, ma attenzione, perché spesso le persone, bias cognitivo, continueranno a certificare il fatto che quella non è una fake news e se ammetteranno che lo è, sposteranno su un piano personale la discussione.
Quindi le fake news sono un enorme problema culturale. Noi dobbiamo cominciare, noi tutti, io per primo, tutti, a me è capitato di sbagliare e di condividere una fake news, quando me l’hanno fatto notare ho cercato di sostenerla guardandomi in giro poi ad un certo punto ho detto no, mi crolla tutto attorno, scusate, ho detto una cazzata. Ecco, dobbiamo imparare a dire scusa, ad avere l’umiltà di metterci nella condizione di dire “Ho fatto una cazzata” perché le facciamo tutti e dire “Ho fatto una cazzata” è molto più onorevole e dignitoso che continuare a sostenere una stronzata.
Rock & roll.
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Sono autore di libri su innovazione, tecnologia e comunicazione: power creator, docente e gamer, Rudy Bandiera è il mio VERO nome.
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I libri che ho scritto:
Giugno 2014: Rischi e opportunità del Web 3.0
Maggio 2015: Le 42 Leggi universali del digital carisma
Maggio 2017: Condivide et impera
Marzo 2019: CREA contenuti efficaci
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