Si fa un gran parlare di Facebook, ormai non si riesce ad uscire con gli amici senza tirare fuori le foto di qualche babbeo che non si vede da anni o di qualche video assurdo comparso sul profilo di un utente.
Io stesso sono iscritto, ho centinaia di contatti e lo trovo divertente, ma secondo me è destinato a scemare, a calare di forza, fascino ed intensità come succede ad ogni nuova tecnologia, solo che adesso ci sembra impossibile perché la crescita è così esponenziale che non si può presupporre un calo.
Tutto questo l’ho già scritto ma lo ritiro fuori perché mi sono imbattuto in un bellissimo pezzo sull’Espresso che conclude con questa irrimediabile baggianata: “L’unico evento che potrebbe fermarne la corsa sarebbe un crollo totale dei server, una catastrofe tecnologica con la perdita dei dati e delle identità, un’ipotesi assai improbabile”.

Certo, sono state omesse dalle possibilità di inversione di tendenza le invasioni barbariche e di cavallette, i terremoti di proporzioni planetarie, il Big One in California dove stanno i server e la diarrea o maledizione di Montezuma di tutti i sistemisti della costa ovest degli USA.