La cronaca del fatto a Macerata mi ha fatto riflettere moltissimo e dopo un paio di giorni ho maturato un’idea e un’opinione abbastanza scevre da rabbia e magone.

Un uomo che decide di andare a casa, prendere una pistola, uscire in auto, sparare su delle persone che NON conosce con l’unica discriminante nel colore della pelle è un pazzo assassino ma…

Ma non c’è nessun ma. Questo è il punto.

Quello che è importante è non dare alcuna attenuante a un individuo simile, non dobbiamo dire “non si fa ma capisco” e non possiamo appoggiare chi, come movimenti di estrema destra in questi giorni, gli forniscono assistenza legale perché è un vendicatore.
Vendicatore di cosa? La vendetta è un sentimento che scaturisce da un desiderio di farsi giustizia e nella mente del “vendicatore” esso ha subito un torto (sia esso reale o presunto) e vuole “pareggiare i conti” con colui che è stato causa della sua sofferenza o fastidio. Questo ha sparato su gente normale, innocente, per strada, guardano solo al colore. Non è nemmeno un vendicatore, se proprio vogliamo essere precisi.

La grande fregatura è che questa cosa è accaduta durante la campagna elettorale e viene strumentalizzata in maniera barbara e pericolosa da TUTTE le forze politiche, in modo più o meno roboante, più o meno meschino. Ormai siamo costantemente soggetti ad informazioni dissonanti e molteplici da tutte le parti e non siamo più in grado di scegliere, di discriminare e quindi usiamo dei “si ma…” anche quando non dovremmo.

Siamo, stritolati e spremuti da una mano comunicativa/politica strumentale che stringe sempre più il pugno e, stringendo il pugno, dalle pieghe tra le dita qualcosa esce sempre. La forma e il contenuto della comunicazione politica è fondamentale per l’equilibrio di un Paese e va al di là del vincere e perdere le elezioni, o almeno così dovrebbe essere.
Il fatto di cronaca di Macerata è uscito tra le dita di questo pugno comunicativo e la responsabilità sta solo in chi questo pugno continua a stringerlo spremendoci ed esasperandoci, di fatto, tutti.

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