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20 Febbraio 2015

L’eterna lotta tra il desiderio di stare in forma e il divano. #InnovazioneItalia

di Rudy Bandiera

Inutile dire che forse non sono la persona più indicata per parlare di fitness, questo mi pare evidente, ma visto che la tecnologia sta permeando lo sport in modo incondizionato e profondissimo, trovo opportuno di parlare di quella, più che dello sport stesso.
Dispositivi mobili e tecnologie indossabili sono una realtà consolidata che non possiamo fingere che non esista, quindi facciamo due chiacchiere con Francesca Galli e cerchiamo di capire come un’App ci può aiutare a stare in forma e ad alzarci dal divano in modo del tutto personalizzato.

D) Ciao Francesca e grazie per il tuo tempo. Vuoi fare una tua breve presentazione e dirci che ruolo occupi nel progetto?

R) Ciao! Mi chiamo Francesca Galli e per FitStadium scrivo: mi occupo di copywriting, faccio da ufficio stampa, seguo i social network. Sono l’ultimo membro entrato nel team, del quale faccio parte dal febbraio del 2014. Dopo Scienze della Comunicazione e vari contratti più o meno precari, sono approdata qui e finalmente sembra proprio che sia arrivata in porto..! Questo è il miglior gruppo di lavoro di cui abbia mai fatto parte. Sono stata fortunata.

D) A quali domande rispondete? Dacci dei perché. Spiega in modo semplice di cosa si tratta, come se lo dovessi spiegare ad un anziano… come me.

R) Diciamo che siamo al centro dell’eterna lotta tra il desiderio di stare in forma e… il divano. Con il tempo (e i risparmi) che scarseggiano, fare esercizio fisico con regolarità può essere un problema: noi lo rendiamo un po’ più semplice.
Abbiamo realizzato un’app per smartphone che è come un personal trainer tascabile. Per ogni utente crea un allenamento personalizzato, che si modella su chi lo usa e che non ha bisogno di alcun tipo di attrezzo. Questo vuol dire che ci si può allenare anche a casa e con un workout sempre efficace; l’app propone esercizi adeguati a quanto sei in forma in quel momento e poi continua ad accompagnarne i tuoi progressi, variando l’allenamento sulla base dei feedback che dai durante ogni sessione.
Un allenamento su misura è un allenamento efficace e che porta risultati in meno tempo; un buon incentivo migliore per continuare a fare esercizio.

D) A chi vi rivolgete?

R) Il nostro utente-tipo ci assomiglia: è abituato a trovare online quasi tutto quello che gli serve, apprezza la chiarezza e la funzionalità e vorrebbe tenersi in forma con la stessa semplicità con la quale ascolta musica su Spotify o chiacchiera su Whatsapp. L’app che abbiamo creato è fatta per essere comodamente utilizzata anche da chi non ha molta familiarità con l’allenamento, ma più avanti vogliamo creare anche qualcosa dedicato ai più esperti. Un passo alla volta…

D) In che modo veicolate il progetto? Avete un piano di ADV, con il passaparola, con i piccioni viaggiatori? Come fate sapere al mondo che esistete?

R) Questo è principalmente compito mio..! Anche se dire il vero, fino ad oggi siamo rimasti sotto il pelo dell’acqua, perché fino alla fine di gennaio il prodotto era ancora in fase di produzione. Oggi abbiamo raggiunto il punto in cui possiamo presentare con orgoglio la nostra creatura, anche se non smetteremo tanto presto di lavorarci sopra: abbiamo in cantiere sviluppi importanti. Nel frattempo “viviamo” principalmente online: siamo su Facebook e presidiamo anche Twitter e G+; abbiamo cominciato a sfruttare le possibilità offerte da Google Adwords e dai servizi a pagamento di Facebook. Abbiamo organizzato piccole iniziative sul web per cominciare a costruirci un’identità nell’ambito del fitness italiano, come incontri Q&A con trainer ed esperti di allenamento. Il web ci ha dato l’opportunità di creare qualcosa anche con investimenti “a misura di startup”; ma non ci dispiacerebbe in futuro sbarcare nell’offline, ad esempio con iniziative tangibili che portino le persone più vicine al fitness.

D) Chi fa parte della partita? Quanti siete, chi siete e come siete strutturati? No, non sono della DIGOS ;)

R) Siamo sei, di cui tre soci fondatori e tre dipendenti. Leggenda vuole che i fondatori Denis Brighi, Luca Domeniconi e Milos Jankovic abbiano concepito FitStadium in una cantina: rientriamo nel cliché dell’azienda tecnologica nata in garage e magazzini di vario tipo. Evidentemente hanno qualcosa che solletica l’inventiva..!
Il progetto nasce come social network per gli amanti del fitness; nel corso del 2013 vince il bando Spinner per startup innovative ed entra nell’incubatore d’impresa CesenaLab; qui cattura l’attenzione di Technogym, il colosso del wellness che ha sede proprio a Cesena. Con il finanziamento di Technogym FitStadium diventa ufficialmente una srl, con Denis presidente (e sviluppatore), Luca CEO (e sviluppatore) e Milos advisor esterno. Nel giro di un anno sono entrati in squadra un altro sviluppatore (Matteo Casadei), un graphic designer (Davide Santoli) e una persona che si occupasse della comunicazione (la sottoscritta). Siamo un gruppo ben assortito e credo che abbiamo trovato l’alchimia giusta per lavorare insieme. In una startup e in mezzo ad altre startup ho capito una cosa: una squadra affiatata è qualcosa di tanto importante quanto difficile da imbroccare. Grazie a un curriculum puoi farti un’idea delle competenze di una persona, ma non di come si comporterà all’interno del gruppo. C’è di mezzo anche una piccola dose di fortuna.

D) Presumo avrete intenzione di guadagnare dal vostro lavoro di intelletto: se sì da quando? E in che modo?

R) L’app che stiamo realizzando sarà costituita da diversi blocchi: a una versione basic gratuita si aggiungeranno diversi pacchetti aggiuntivi a pagamento. Prossimamente aumenteremo il numero di esercizi disponibili, introducendone una serie con semplici attrezzi che gli utenti potranno acquistare direttamente insieme all’app. Parlo al futuro perché il primo pacchetto a pagamento non sarà attivato prima di aprile, mentre il secondo direttamente il prossimo anno. Ulteriori passi dipenderanno in gran parte da come andranno questi primi due.

D) Che cosa manca in Italia per poter sviluppare idee competitive?

R) Non è facile indicare una cosa sola. Non dirò coraggio, perché non credo sia questo che manca ai tanti che si allontanano da famiglia, amici e da tutto ciò che conoscono per partire a cercare fortuna all’estero. Forse piuttosto manca la speranza, l’idea che possa valere la pena di creare qualcosa qui; e di certo ci sono motivazioni che hanno un fondamento. Inoltre, formazione: è vero che a fare impresa si impara sul campo, ma sicuramente si può preparare meglio e rendere più competitive a livello internazionale le realtà che nascono sul nostro territorio. Forse c’è un po’ la tendenza alla coltivazione in serra: si allevano talenti, progetti, aziende che poi però non riescono a reggersi sulle proprie gambe. Forse è fisiologico, forse manca la fiducia di fondo, forse siamo noi a non imporci standard sufficientemente alti. Forse bisognerebbe cominciare a fare queste cose a vent’anni, quando ci si può permettere di provare, fallire e riprovare con un po’ più di leggerezza. Tanti forse.

D) Che cosa abbiamo in Italia che ci permette di creare idee competitive? Quali sono i vostri quid?
R) Forse l’anarchia che penalizza l’Italia sotto tanti fronti ci permette anche di rimescolare le carte in modi imprevisti. Si dice che in Italia tutti fanno tutto – o credono di poter far tutto. Ma se questo spesso porta a pressapochismo e carenza di professionalità, ogni tanto crea felici combinazioni. FitStadium non sarebbe nata se la passione per il fitness non fosse stata innestata sul tronco robusto dell’ingegneria informatica. L’app non avrebbe lo stesso aspetto e la stessa fluidità senza l’occhio critico del designer e la cura paziente dello sviluppatore . Dovremmo conservare l’elasticità che permette queste contaminazioni positive e allo stesso tempo imparare a discernere quando sono fonte di confusione.

D) Pitch & Drink (pitchndrink.com) è il progetto che unisce l’utile al dilettevole rendendolo profittevole. Hai presente un aperitivo in cui si beve un buon drink e si gusta un buffet? Ecco, aggiungi startup e networking ed avrai Pitch & Drink con i quali, in questo momento, ti sto mettendo in contatto per continuare a parlare del vostro progetto. Che te ne pare?

R) Dove devo firmare? :D

D) Fai un appello. Che sia qualcosa che vuoi chiedere, come soldi o aiuto, oppure qualcosa che vuoi dire, come mandare tutti a quel paese oppure benedire tutti quanti.

R) A parte “scaricate FitStadium”? ;)
…tenete duro.
Se c’è qualcosa a cui tenete, che volete realizzare, trovate il modo di provarci. Potrà sembrare una perdita di tempo e non mancheranno di rinfacciarvelo – dozzine di volte. E il fatto è che potrebbero anche avere ragione. Ma nel grande bilancio delle cose, è probabile che il tempo che ci investirete non sarà poi un costo catastrofico; quello che imparerete e le persone che incontrerete provandoci lo compenseranno largamente. Lo dice una fifona cronica. Credeteci.

Di seguito i riferimenti online per saperne di più, e grazie a Francesca.

www.fitstadium.com

Se vuoi proporre la tua idea o progetto o startup o quello che hai in testa, leggi la pagina con le modalita’ ed il semplice regolamento di #innovazioneitalia 

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“Rischi e opportunità del Web 3.0”

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Rudy Bandiera

Divulgatore digitale, #TEDx speaker e Co-founder di NetPropaganda: sviluppo strategie in sinergia con i vari reparti delle aziende o con i professionisti per generare nuovi servizi, progetti e campagne di comunicazione online, creando e rafforzando l’identità di brand o di personal branding. Per la mia biografia, informazioni e contatti vai... alla pagina contatti ;)



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