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26 Settembre 2011

Un’idea alla quale manca solo un nome, ha un nome?

di Rudy Bandiera

Il titolo non è uno scioglilingua e nemmeno l’effetto delle pastiglie per dormire prese insieme alla birra, ma è una domanda seria ed esistenziale.
Vi racconto una breve storia: ricordo che quando mi parlarono per la prima volta della “long tail” sul Web, della “coda lunga” io dissi che non sapevo di che cosa si stava parlando, allora iniziarono a spiegarmi che si trattava di un termine per descrivere alcuni modelli economici e commerciali. Guardate la foto e leggete:

“Ad esempio, applicando il concetto di coda lunga all’editoria, in una rivista con un milione di lettori, la parte editoriale sta solo nella porzione verde della curva, tutto il resto (porzione gialla) rappresenta la coda lunga in cui ci sono un milione di scrittori con un lettore ciascuno; questa strategia è molto più proficua, poiché grazie ai media digitali, circola maggior denaro nella coda rispetto alla testa, e quindi i prodotti di nicchia avranno molte più possibilità di profitto (…) Analogamente, Wikipedia, pubblicata dagli utenti della rete, conta un grande numero di voci di bassa popolarità, che collettivamente generano più traffico rispetto al numero limitato di voci molto popolari presenti in una enciclopedia convenzionale come la Encyclopædia Britannica.” Wikipedia

In pratica se si ha tanta ma tanta roba poco popolare su un sito Web si “rischia” di fare più visite di un sito che di roba ne ha poca, anche se popolarissima. La forza delle nicchie di mercato che diventa un gigante, grazie ai nuovi media.
Mentre mi spiegavano la cosa io dentro di me pensavo “ma è ovvio, io questa cosa l’ho sempre saputa, è chiaro che sia così, ma non avevo mai dato un nome a questo processo!”.
La stessa cosa mi è successa quando per la prima volta ho sentito parlare di scienza noetica. Io ho sempre pensato, e ne ho scritto diverse volte anche se ironicamente, che la tecnologia -in quanto complessa quasi quanto un organismo- possa essere influenzata dall’umore delle persone, esattamente come le persone vengono influenzate dall’umore dalle altre persone. La tecnologia è influenzata dal nostro umore, per empatia. Perchè? Non lo so.
Bene, un bel giorno un amico di nome Matteo ha iniziato a parlami di scienza noetica ed io sono rimasto flashato:

“La scienza noetica è una scienza di frontiera che indaga l’influenza dell’intelletto sulla materia.
L’oggetto di studio è costituito dalla coscienza e dalle sue relazioni con il mondo esterno e l’assunto di base è che il pensiero e la coscienza esercitano una diretta influenza sulla realtà fisica“.

Anche in questo caso io avevo anticipato la mia cultura con l’intuito, sviluppando un pensiero precedentemente sviluppato da altri, un pensiero al quale nella mia testa mancava solo un nome ed una collocazione strutturata.
Bene, la domanda di adesso si ricollega al titolo: questa cosa di intuire qualcosa e poi imparare che qualcuno l’ha già pensata e gli ha dato un nome, ha un nome?
No, visti i precedenti…

Rudy Bandiera

Divulgatore digitale, #TEDx speaker e Co-founder di NetPropaganda: sviluppo strategie in sinergia con i vari reparti delle aziende o con i professionisti per generare nuovi servizi, progetti e campagne di comunicazione online, creando e rafforzando l’identità di brand o di personal branding. Per la mia biografia, informazioni e contatti vai... alla pagina contatti ;)

12 Comments

  1. *Shaina*
    26 Settembre 2011 at 12:07

    La prossima volta che hai un’intuizione devi darle un nome :)

    Altrimenti qualcuno potrebbe “rubartela”!

  2. mauro
    26 Settembre 2011 at 12:51

    Da membro del Cicap mi imbarazzi assai con questo post, Rudy.
    Con la noetica siamo in pieno nella più bieca parapsicologia pseudo scientifica. Spero sia una provocazione.

  3. Rudy Bandiera
    26 Settembre 2011 at 12:55

    @ mauro:
    mi spiace per il tuo imbarazzo ma non lo è affatto. Non credo esista ancora un modo per “misurare” l’influenza sugli oggetti, ma sono convinto che li si possa in qualche modo influenzare. Come e perchè non lo so, e della cosa non mi occupo ne mi preoccupo. Poi, tutti quei discorsi sull’osservazione del ghiaccio che forma cristalli migliori quando è osservato con amore sono cazzate :)
    Il punto Mauro non era questo comunque, ma il fatto che a questa cosa (che i computer “Percepissero” il nostro umore) non avevo mai dato un nome, un nome che adesso invece esiste, che sia una stronzata oppure no :)

  4. mauro
    26 Settembre 2011 at 13:54

    Hai un concetto chiaramente definito ma manca la parola che lo definisce. Inventala!
    Un pò di greco e di latino, una shakerata e qualchecosa viene fuori. Tipo: “post whatever”…

    Hai poi una notevole presenza sul web…potresti, con un po’ di culo, far raggiungere al concetto e al neologismo il “tipping point”. Lo fai già assai bene con la lovvotica.

  5. Rudy Bandiera
    26 Settembre 2011 at 13:59

    @ mauro:
    ma no!! Non era quello che volevo dire! E’ chiaro che se hai un concetto in testa definito gli dai un nome, questo ok, ci siamo :)
    La domanda è: quando il concetto che hai in testa è già stato “praticizzato” da qualcuno, quindi ha già un nome anche se non lo sai, si crea una situazione particolare. Come si chiama questa situazione in cui tu hai un’idea che hanno avuto altri anche se non lo sa?
    Cazzo, fatico a spietgarmi :)

  6. mauro
    26 Settembre 2011 at 14:30

    @ Rudy Bandiera:

    ‘Speta. La cosa non cambia. Cavolo! È successo a tanti scienziati soprattutto quando le comunicazioni non erano quelle attuali. Scoprivano (o pensavano di…) in buona fede cose già scoperte e già con un nome (Wallace-Darwin non è l’esempio perfetto ma rende l’idea).

    Sì, è una situazione particolare, ma assai frequente, che richiederebbe una parola per definirla (forse esiste già). Io intendevo questo.

  7. Rudy Bandiera
    26 Settembre 2011 at 14:53

    @ mauro:
    ah ok, allora ci siamo capiti. Non avevo capito che avessi capito… LOL

  8. ardu
    26 Settembre 2011 at 15:35

    Si chiama”sfiga del ritardatario”
    L’eterno secondo.
    Sono quasi arrivato 1
    Sono bravo, ma non vinco
    In parole povere sei sullo stesso treno, ma l’altro è nel vagone di testa, tu sei il vagone di coda, che in certi casi non è male.
    Loww a tutti

  9. mauro
    26 Settembre 2011 at 15:47

    @ ardu:

    In Francia, e penso che forse lo ricorderai, c’era un eterno secondo nel ciclismo. Fortissimo ma sempre battuto dal fenomeno Anquetil. È diventato per i francesi un’icona della sfiga: si chiamava Poulidor (Poupou) ed era simpaticissimo. :-D

  10. ardu
    26 Settembre 2011 at 18:49

    Si mauro, mi ricordo benissimo di Poulidor, era un grande campione alla Rudy

    Low

  11. Cicapui
    28 Settembre 2011 at 21:44

    Ma tu pensa Rudy: io una volta, tanto tempo fa, avevo pensato che potesse esistere una donna, che questa donna non capisse granchè di nessun argomento, che avesse solo un neurone solitario che vagolava nel vuoto di un tunnel cerebrale e che questa donna, per i casi della vita, con sommo sconcerto anche suo diventasse ministra.
    Ovviamente era solo un pensiero, anzi un incubo. Poi all’improvviso ho scoperto che questo essere metà ameba e metà essere quasi umano un nome ce l’aveva sul serio! Immagina come mi son sentita in quel momento….

  12. Wish aka Max
    2 Ottobre 2011 at 12:10

    Rudy Bandiera ha scritto:

    La domanda è: quando il concetto che hai in testa è già stato “praticizzato” da qualcuno, quindi ha già un nome anche se non lo sai, si crea una situazione particolare. Come si chiama questa situazione in cui tu hai un’idea che hanno avuto altri anche se non lo sa?

    Si chiama PLAGIO :D



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