Tornati dalle ferie? Tutti pronti a ricominziare a macinare ore di lavoro, stress, fatiche sulle tastiere, scazzi sui social, lampi creativi et enormi frustrazioni?
Bene, perché è ora di capire certe cose prima di fare altri inutili et dannosissimi errori. Ma andiamo per ordine.

Cosa vogliono le persone che lavorano online e che si occupano di comunicazione? Vogliono VENDERE.

Tutti siamo qua per vendere, tutti: chi vende le proprie conoscenze e le trasforma in consulenza, che vende i propri servizi per fare ADV oppure per scrivere oppure per presentare eventi. Tutti siamo qua per vendere, anche se non è la priorità è certamente una finalità.
Ora, visto che la vendita passa attraverso quello che quelli bravi chiamano un funnel, ovvero un percorso a imbuto attraverso il quale convertire cioè fare diventare un semplice lettore un cliente, è evidente che capire come funziona il funnel è VITALE per convertire.

Bene, scusate se vado a step ma mi pare evidente che dobbiamo capire bene come funziona l’ambaradan prima di mettere in pratica delle tecniche per fare si che le cose si finalizzino come vogliamo.
Bene, dicevo, oggi tutti hanno la scimmia dei lead e della lead generation. Ma di cosa si tratta? Da un certo punto di vista si tratta della “figlia del funnel” ovvero di un’azione di marketing che consente di generare una lista di possibili clienti interessati ai prodotti o servizi offerti.

Attraverso il funnel (imbuto) si generano lead (possibili clienti).

Il punto è che MOLTISSIME persone si concentrano solo su di una parte del funnel ovvero la lead generation, senza fare attenzione a quale potrebbe essere davvero l’imbuto corretto per portare genti interessate, genti diversificate e genti che conoscano non solo un lato di noi. A cosa mi riferisco?

Mi riferisco a quelli che giorno e notte, domenica, sabato sera in agosto e in ogni minuto e momento della loro vita pensano SOLO ai lead. SEMPRE solo ai lead.

Il Web è pieno di individui convinti che pubblicando a ogni ora robbba riguardante il ROI, oppure la SEO (che non va più di moda) o le vision sui social futuri, la redemption di ‘sto c***o e tutte le amenità che interessano solo il 0.26% della popolazione della Terra, porti lead.

Molti sono convinti che il personal branding sia la verticalità assoluta e totale, che l’uscire dal seminato del lavoro per un attimo sia deprofessionalizzante, che parlare di qualcosa che non sia legato al business sia da sfikati, che il Generare Lead necessiti della professionalità diretta in un punto, come un laser, ma NON è così!

La lead generation, il Generare Lead, è l’ultima parte di un percorso che fa di voi quello che siete e sono certo che non siate solo conversioni, vision, B2B e B2C. Siete di più, siete MOLTO di più e lo dovete dimostrare sui social, un mondo parallelo a quello reale e che con esso si fonde.

Faccio un esempio: se nella vita reale parlaste sempre e solo di UN argomento, cosa penserebbero gli altri di voi?

Che siete matti, alla meglio, o dei matti rompi coglioni alla peggio.
Bene, allora perché volete passare per dei matti sui social?

La vita di ognuno di noi, tutti i giorni, ormai si divide in due: vita reale (VR) e vita digitale (VD).
Ma di cosa stiamo parlando, di due cose separate?
No, stiamo parlando della stessa faccia della stessa medaglia, o meglio stiamo parlando di due parti liquide miscelate insieme nella stessa bottiglia.
Immaginate due liquidi, uno blu e uno bianco, di densità e peso diverso, gettati insieme un una unica bottiglia: all’inizio saranno ovviamente separati ma poi, anche se la densità e il peso sono differenti, si mescoleranno insieme in modo del tutto indistinguibile.
Ecco VR e VD sono esattamente questi due liquidi, nascono in modo diverso e da realtà diverse ma si fondono, dando l’uno all’altro delle caratteristiche nuove.
Forse pensate che siano cose separate dalla vita ma se ci pensate non lo sono per nulla: se leggete cosa fanno i vostri amici su Facebook leggete delle loro vite, di dove sono andati, dei loro amici, delle loro esperienze, dei loro pensieri. Leggete di cose estremamente tangibili, vere, reali.
Tratto da “Le 42 Leggi Universali del Digital Carisma“

Condividete si la vostra professionalità, è necessario, ma condividete anche quello che siete

Le vostre amicizie, i vostri pensieri, i vostri giudizi, le vostre passioni. Condividere a tutto campo è la vera ricetta del personal branding.
Ogni momento della giornata e della vita è contraddistinto da qualcosa di diverso rispetto a tutti gli altri: sfrutta questo meccanismo, non essere monotematico e mostrati per quello che sei e non sempre e solo per quello che fai.