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28 Agosto 2013

Utilizzare i social come sostituti del blog: meglio avere un blog o usare i social network?

di Rudy Bandiera

Meglio utilizzare un blog, per cercare di sviluppare il proprio business o il proprio personal branding, oppure utilizzare i potenti ed immediati mezzi messi a disposizione dai nuovi media sociali? Faccio un blog o uso Facebook? Faccio un corporate blog o uso Twitter?

Queste, da un certo punto di vista, sono domande nuovissime e con riferimenti moderni, ma allo stesso tempo antiche quanto il Web… se di antico possiamo parlare. La questione è semplice ed è sempre quella: chi dice “io scrivo solo per me stesso” non lo prendo nemmeno in considerazione e gli dico che se scrive per se stesso, meglio se si apra un foglio di Word.
A tutti gli altri, quello che interessa è “la conversione” ovvero convertire il proprio lavoro in qualcosa che dia un risultato oggettivo: che sia le il numero di visite, l’aumento dell’ego, il divertimento, la vendita di prodotti, l’assistenza ai clienti. Tutti, ma proprio tutti, quando scriviamo lo facciamo con un obiettivo, che ci sia chiaro o meno.

Ora, visto che i social sono sempre più frequentati e complessi, ora che tecnologicamente permettono sempre più cose, ha ancora senso avere un blog?
Scrivevo, nel paleolitico digitale del 2008: “I blog vengono visti come il vecchio, il passato stagnante della comunicazione verbale e stantia, per altro quasi a senso unico. La gente inizia a dire: perchè devo commentare un post quando posso partecipare ad una community paritaria in cui tutti siamo uguali ed abbiamo lo stesso potere divulgativo?”.

Il blog ha al proprio centro un blogger, o più blogger ma in ogni caso un numero definito e minimo di persone rispetto alle community sociali, mentre al contrario Facebook è l’esempio perfetto di sistema decentrato: tutti uguali, un solo algoritmo uguale per tutti, stesso template, stesse opportunità, stessi limiti.
Se un blog permette di articolare concetti complessi all’interno di un contenitore semplice, i social veicolano concetti estremamente semplici in un contenitore relativamente complesso.
E qui forse sta la chiave di tutto, nella tipologia di espressione e nelle persone che si riescono ad interessare, oltre ai i canali dalle quali queste persone possono arrivare.

fuffah

Vediamo la cosa per punti.

– Un blog da la possibilità di articolare argomentazioni complesse, e fa si che queste argomentazioni vengano indicizzate su Google in maniera completa. Facebook è molto meno potente, da questo punto di vista.

– La costruzione di una community sui social è cosa complessa e faticosa quanto seguire e gestire un blog.

– Facebook NON è nostro. E se domani le regole cambiassero del tutto? Possiamo puntare tutto il nostro business su un social sul quale non abbiamo nessun controllo? Il blog, al contrario, è nostro. Le regole le facciamo (relativamente) noi.

– Il blog è un investimento a lungo termine, il social a breve: se scrivo molto sul blog, con gli anni posso avere un utilissimo effetto “long tail” e sfruttare quei pochi (che con gli anni diventano tanti) che cercano cose particolari. Con i social questo è molto più complesso, senza contare che Facebook e Google non vanno molto d’accordo.

– Sui social la gente è portata a leggere meno: i thread lunghi vengono vissuti male, quindi i concetti esposti devono essere brevi (quindi, a volte, limitanti). Sui blog le persone si aspettano di leggere e anche se spesso non leggono tutto, mediamente leggono di più.

– Un contenuto di un blog può essere “buzzato” ovvero spinto sui social più volte. Un contenuto di un social anche, ma la cosa è meno performante (visto che le visite non si portano verso il sito ma rimangono sulla piattaforma).

– Il blog è più impegnativo da mantenere, specie nel lungo periodo. I social sono più estemporanei mentre i blog sono più stabili, anche se più faticosi.

– Sul blog si possono organizzare delle interessanti call to action all’interno dei post, limitate solo dalla fantasia e dalle capacità tecniche. Sui social siamo vincolati, anzi vincolatissimi, dalle piattaforme.

Questi 8 punti sono il mio punto di vista schematizzato, punto di vista che mi porta ad una conclusione: avere un blog è sempre, in ogni circostanza, meglio. Sempre se si ha la costanza, la forza, la voglia e le risorse per strutturare un progetto a medio/lungo termine.

Il consiglio che mi permetto di dare ad aziende e privati che vogliono approcciarsi ad Internet, che vogliono vendere o che vogliono fare personal branding è quello di aprire un blog, investirci tempo ed usare i social come un veicolo ed un trampolino.

Il futuro dell’informazione (sia essa a puro scopo informativo o commerciale) sta nell’integrazione e nel pluralismo della stessa. L’integrazione delle modalità informative sarà il futuro, ed è il presente, del Web.

Rudy Bandiera

Divulgatore digitale, #TEDx speaker e Co-founder di NetPropaganda: sviluppo strategie in sinergia con i vari reparti delle aziende o con i professionisti per generare nuovi servizi, progetti e campagne di comunicazione online, creando e rafforzando l’identità di brand o di personal branding. Per la mia biografia, informazioni e contatti vai... alla pagina contatti ;)

17 Comments

  1. skande
    28 Agosto 2013 at 09:51

    Sottoscrivo tutto. Bel post.

  2. Rudy Bandiera
    28 Agosto 2013 at 10:18

    @ skande:
    grazie puccettone :)

  3. Federico
    28 Agosto 2013 at 10:57

    Non sono molto d’accordo, adesso che anche Google ha il suo social, Google plus, con le sue numerose e frequentate community, che certo in italia non hanno ancora la stessa diffusione di Facebook, ma sono in crescita esponenziale, creare una nuova community all’interno di un social network e gestirla e’ diventato molto semplice. Naturalmente si e’ vincolati all’interfaccia e al suo proprietario, ma non e’ molto diverso quando si usa strumenti come WordPress e inoltre si puo’ sfruttare direttamente la popolarita’ del social per farsi conoscere sfruttando anche le forme di collaborazione e interattivita’ tipiche di questo ambiente. Io personalmente nella mia community “Vacanze al mare” ho anche cercato di sfruttare lo strumento degli “Eventi” per organizzare i contatti diretti tra i membri senza bisogno di ulteriori registrazioni e garantendo la privacy iniziale (non e’ necessario far conoscere la propria mail).

  4. Simone Martelli
    28 Agosto 2013 at 11:00

    E amen

  5. Rudy Bandiera
    28 Agosto 2013 at 11:27

    @ Federico:
    penso che Google Plus sia molto di più di un social, ne ho scritto diverse volte, e capisco bene il tuo punto di vista. Ma penso anche che la sinergia tra le due cose (blog-social) sia sempre da preferire.
    Ma non è certamente obbligatoria.

  6. Gianluca
    28 Agosto 2013 at 23:28

    Ciao @ Federico:
    Non sono d’accordo. Certo, g+ ti permette di creare miniposts, ma anch’essi, alla fine si perdono nelle timelines.
    In questo senso ti consiglio di cercarti e leggerti un post pubblicato pochi giorni fa su Copyblogger su questo tema.
    Quello che puoi fare (ed è eccezionale anche dal punto di vista SEO) se hai un seguito interessante e ingaggiato su Plus, è usarlo come sistema di commento supplementare nel tuo blog; un poco come fa qui il nostro Rudy con Facebook.

  7. Vale
    29 Agosto 2013 at 10:05

    Google plus non si puó definire ancora un social… Se ci passi più di 10 minuti o cadi in depressione o ti vengono crisi depressive di solitudine… Per quanto riguarda il tema del post, “blog tutta la vita!!!”.
    È il modo migliore per non cadere nei facili qualunquismi del web sociale fatto da utenti che non azionano il cervello se non per fare una condivisione o cliccare sul mi piace.
    Lo spazio per scrivere, argomentarsi, non essere superficiali lo si trova qui, dove ci sono gli strumenti per esprimersi veramente non dove di può andare dietro agli altri come pecoroni nel gregge.
    Dal punto di vista business le pagine non le considera più nessuno, gli articoli non si leggono(colpa anche della spesso scarsa qualità di contenuti) ma rimane il fatto che ora o fai adv o non sei nessuno in quella marmaglia di utenti! Volete mettere la potenzialità offerta dall’indicizzazione di un blog ?!
    Blog 10, social 1.

  8. Federico
    30 Agosto 2013 at 15:58

    @ Gianluca:
    Forse dobbiamo intenderci sul significato di Blog, per come lo intendo io non e’ un qualsiasi sito personale o relativo ad uno specifico argomento, ma e’ una specie di quotidiano dove c’e’ comunque una timeline e i posts si susseguono e possono anche perdersi nel fondo. In realta’ io parlavo soprattutto delle community di Google+ dove puoi suddividere i posts creando un menu in modo da mantenere visibili con un clic i posts non troppo vecchi separandoli dalla timeline principale che li raggruppa tutti. Io personalmente essendo moderatore, ho riservato alcune voci del menu a posts di benvenuto e altri di istruzioni o linee guida che voglio siano sempre in primo piano. Francamente non so quale sia il limite di lunghezza di un post, ma mi pare piu’ che sufficiente per fare un lungo discorso, io in realta’ non essendo un giornalista mi limito a commentare con poche frasi posts di altri o anche links a giornali o siti interessanti, mentre nella community lascio che siano i membri a inserire quello che vogliono (spesso solo inserzioni pubblicitarie ahime’, ma meglio che niente). Si puo’ allegare anche un video al post nel caso di un’intervista, quindi mi sembra abbastanza flessibile. Inoltre l’uso degli hashtag e il sistema delle cerchie mi pare possa consentire una facile interazione e allargamento del numero di visitatori.

  9. Gerardo Biasioli
    6 Ottobre 2013 at 15:53

    Sono d’accordo su tutto e aggiungo che chi diceva che i social sono la morte dei blog aveva ragione solamente per quanto riguarda i personal, infatti è molto più appagante scrivere pensierini sui social e condividerli con gli amici che non gestire un blog, dovendo pensare anche alla promozione. Per tutto il resto è ancora in vantaggio il blog che permette post estesi e approfondimenti impossibili per esempio su fb o twitter (140 caratteri). I social, però, bisogna imparare ad usarli sempre in chiave promozionale, condividendo i vari articoli e cercando di veicolare il traffico verso la propria “creatura”. Ho letto anche in alcuni commenti precedenti di utenti che non commentano mai sul blog, e questo in un certo senso potrebbe essere frustrante per il blogger, ma forse la chiave di tutto sta nel modo di presentare i post e al tipo di argomento. Mi spiego meglio: io per esperienza cerco sempre di lasciare spazio alla discussione che serve spesso a completare l’articolo stesso. Chiudo con un saluto a Rudy, anche se forse non si ricorda della nostra collaborazione su blogolandia, e mi complimento per la sua carriera online.

  10. Rudy Bandiera
    6 Ottobre 2013 at 17:44

    @ Gerardo Biasioli: mi ricordo eccome! Grande Gerardo!

  11. Matteo Piselli (@IbridoDigitale)
    14 Novembre 2013 at 19:29

    Anticamente avevo un blog, un buon blog, ma poi per ragione che potete leggere qui https://plus.google.com/u/0/115355935103421136908/posts/KGoJanj7gs1, mi sono trovato da un giorno all’altro ad esserne privo ed ho iniziato ad usare la mia pagina in G+ come alternativa. La verità è che io non sono un blogger, non lo sono stato perché avevo un blog e non lo sarò mai, ero solo una persona che scriveva contenuti ogni tanto. Un blogger oggi come oggi deve essere molto preparato in ambito copywriting, ma soprattutto deve avere tanto da dire, argomentando sempre in modo approfondito. Usare Un veicolo social per esprimere contenuti è molto meno impegnativo, ma non impedisce di approfondire tematiche interessanti, senza avere l’obbligo di scrivere per non lasciare troppo vecchia la data dell’ultimo post.

  12. Fede
    28 Novembre 2013 at 23:11

    Ciao! Il post è molto interessante, ma il banner centrale è veramente geniale! E’ la prima volta che mi capita di voler cliccare e non potere su un banner. Complimenti!

  13. Rudy Bandiera
    28 Novembre 2013 at 23:38

    @ Fede:
    HAHA grazie a te :D

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