In Italia abbiamo moltissimi problemi, moltissimi: abbiamo un costo del lavoro esagerato, delle infrastrutture fatiscenti, delle tasse abnormi, del servizi nulli, una classe dirigente vecchia et attaccata alla poltrona, una classe politica vecchia, NON lungimirante et attaccata alla poltrona. Solo per dirne alcuni pratici e sotto gli occhi di tutti.
Poi ci sono quegli atteggiamenti mentali da cui questi problemi nascono: si perchè non crediate che le suddette problematiche siano nate sugli alberi, niente affatto, le problematiche le generiamo NOI: tutti i giorni.
Tra le vagonate di difetti che abbiamo noi italiani (certo abbiamo anche moltissimi pregi ma ne parleremo in un altro post, non in questo) ne abbiamo uno particolarmente odioso.
Odioso perchè capace di tarpare le ali e annichilire la speranza. Odioso perché ci impedisce di godere di un successo. Odioso perché non solo non ci permette di raggiungere la felicità ma non ci permette di gioire di quella degli altri e di, perché no, emularla.
Di cosa sto parlando?
Sto parlando del problema della demonizzazione del guadagno: il diventare ricchi, in Italia, è un peccato mortale.
Attenzione, non l’essere ricchi: no no, siamo così monarchici dentro da pensare che se si nasce ricchi lo si rimanga -meritatamente- per sempre, in una sorta di rispetto rassegnato per il successo e il danaro (non guadagnato) altrui.
Se invece qualcuno diventa ricco, se qualcuno sfonna allora è una merda: un ladro, un imbroglione, se una donna una puttana. Qualcuno di ammanicato con ladri e truffatori altrimenti… altrimenti come potrebbe essere li?
E’ certamente un retaggio storico, che viene dal cristianesimo insito in noi e, a mio parere soprattutto, dal retaggio di una sinistra deviata e poco lucida che in Italia ha dato un imprinting culturale fortissimo negli ultimi 60anni.
Fare soldi è MALE. Se fai soldi sei un ladro. Un farabutto. Un peccatore.
Un individuo senza scrupoli.
Se questo è vero in ogni ramo della società è ancora più vero nel mondo online: personaggi che non “erano nessuno” e sono poi “diventati qualcuno” sono accusati tutti i giorni da eserciti di sfikati che offendono, oltraggiano o straparlano in riferimento a quelli che, paradossalmente, erano i loro beniamini qualche tempo prima.
Ecco, nella gestione di questi frustrati sta la forza di un personaggio che ambisce alla popolarità.
Attenzione, io non dico che ambire alla popolarità sia giusto o bello, dico solo che ci sono persone portate per essere popolari ed altre no.
Facciamo qualche esempio. Selvaggia Lucarelli è partita con un blog e poi, grazie alla sua sarcastica intelligenza, grazie al suo cervello affilato e, perché no grazie anche alle sue forme, è divenuta una donna di successo mediatico notevole.
Ogni giorno viene OFFESA in modo incomprensibile e violentissimo da centinaia di persone: sapete benissimo che il secondo teorema recita:
Più hai seguito più hai detrattori. E’ un assioma che prescinde da quello che scrivi e con quale conoscenza/autorità ne scrivi. All’aumentare della popolarità aumentano invidia, critiche e pensieri discordanti dal tuo. E’ normale, fisiologico e giusto.
Ma qua si tratta di altro… qua si tratta di persone che augurano la morte a lei e a suo figlio, di persone che ogni giorno la subissano di parole, frasi e offese che io, francamente, non direi nemmeno al mio peggior nemico.
Lei come reagisce? Reagisce chiamando al telefono queste persone, in diretta radio, per fare capire che questi conigli, una volta tirati in mezzo di persona, si rivelano per quello che sono: dei conigli.
Le persone alle quali lei dice “come mai mi hai dato della puttana?” per esempio, reagiscono con scuse impaccate o con reazioni fuori luogo, come se fossero stati beccati con le mani nella Nutella.
Si perché quello che spesso si scorda è che scrivere delle cose online è una responsabilità. Quello che scriviamo è quello che pensiamo.
Quello che scriviamo siamo noi.
Ma le genti ancora, spesso, non lo capiscono e fanno figure meschine.
Facciamo anche l’esempio di Favij, uno dei più noti youtubber italiani con qualcosa come un milione e mezzo di iscritti al canale: di fatto un media.
Ecco, ultimamente tiene una rubrica, bisettimanale o settimanale non ricordo, su Repubblica, nella quale fa quello che riesce a fare meglio di tutti: giuoca. Giuoca con i videogame e tra un “cazzo!” e un altro, tra una imprecazione e l’altra, macina visite a centinaia di migliaia.
Bella cazzata, direte voi, “potrei farlo pure io” penserà di certo qualcuno. Vero, come no. Dai, fallo tu allora.
Si perché è facile fare le cose che hanno già fatto gli altri: si chiama imitare.
E allora cosa succede? Che Favij fattura come un quotidiano, macina successi e soldi e le persone si scatenano con epiteti di ogni tipo su di lui sia come professionista (di questi si tratta visto le folle oceaniche che smuove) sia come persona.
Un ladro, uno schifoso, un farabutto. Con tutti i soldi che guadagna e bla bla bla.
Come reagisce il buon Favij a tutto questo? In nessun modo. In nessun modo perchè non esistono reazioni possibili di fronte alla demonizzazione del successo personale e del guadagno.
Ci sono molti altri esempi che si possono fare ma mi fermo qui per non ammorbarvi oltre con un post che mi sta portando via più colpi sulla tastiera di quello che immaginavo.
Ora, hai capito quali sono gli ingredienti per tenere botta online e quali sono le caratteristiche che devi avere per diventare popolare e rimanerlo?
– CREATIVITÀ
Non dire “bella cazzata, quella la faccio pure io se voglio”. FALLA! Ma falla prima di tutti gli altri altrimenti non sei nessuno. La creatività è straordinaria e la straordinarietà è SEMPRE creativa.
– TENACIA
Tieni botta, non mollare al primo problema, vai avanti. Altrimenti, se tutti potessero “arrivare” in poco tempo, tutti sarebbero arrivati e di fatto… non sarebbe arrivato nessuno.
– PELO SULLO STOMACO
Fai finta di nulla. Molti attacchi sono immotivati, tu lo sai e i lettori lo sanno. Non lo sanno solo quelli che gli attacchi li portano. Quindi lascia perdere.
– LUCIDO E CONCENTRATO
Il mantra è sempre quello: lucido e concentrato verso quello che sei, quello che fai e quello che vuoi diventare.
Sono un divulgatore digitale, #TEDx speaker e Co-founder di NetPropaganda: sviluppo strategie in sinergia con i vari reparti delle aziende o con i professionisti per generare nuovi servizi, progetti e campagne di comunicazione online, creando e rafforzando l’identità di brand o di personal branding.
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